Nel marzo del 1945 viene girato l’ultimo filmato in cui Hitler incoraggia i soldati a combattere. Hitler è sempre più isolato, resta nascosto e Goebbels diventa il volto del regime. È il secondo capitolo della serie Bbc “La fine del nazismo” proposta da Rai Cultura martedì 24 settembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. L’offensiva sovietica in aprile spezza le illusioni del Führer. Il suo ultimo compleanno si consuma nel Bunker insieme a Eva Braun, che si comporta da first lady e organizza una festa, insieme a gerarchi e generali. Berlino sta per essere occupata e non ci sono più truppe tedesche per difendere la città. L’inevitabilità della fine diventa una certezza per tutti.
A partire dal 1924, Goebbels fu un accanito diarista: all’interno dei suoi diari, scritti spesso in maniera frettolosa e poco elegante, a differenza dell’ossessiva cura che poneva nella preparazione dei suoi discorsi e articoli pubblici, si trovano appunti sugli incontri ai quali partecipava, riflessioni personali e idee. Al termine del conflitto i Diari di Goebbels vennero ritrovati all’interno del Führerbunker dalle truppe alleate, che se ne appropriarono. L’importanza del ruolo di Goebbels all’interno del Terzo Reich rende i Diari un importantissimo documento storico del periodo, oggetto di studi e analisi, spesso utilizzato come fonte primaria.
Numero due del nazismo, le sue tecniche di propaganda furono uno dei fattori che consentirono al Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori l’ascesa al potere in Germania, nel 1933. Avendo un dottorato in letteratura (la sua tesi dottorale ebbe come argomento la produzione letteraria romantica del XIX secolo) ed essendo inoltre una delle persone più colte fra i nazionalsocialisti di spicco, furono in molti, tra cui lo stesso Hitler, a chiamare il ministro Herr Doktor(“signor dottore”). Ricorda Luigi Chiarini in Bilancio dell’espressionismo (Vallecchi,1965, pag. 129) che Goebbels in gioventù scrisse un dramma espressionista.