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Stasera in tv arriva Joan Mirò, il fuoco interiore

Tra arte e vita privata

Stasera in tv arriva Joan Mirò, il fuoco interiore

Miró è una figura iconica nel mondo dell’arte. Più passa il tempo, più il suo lavoro diventa universale, andando oltre confini e generi. Il suo lavoro vive al di fuori dei musei, sui muri di prestigiose istituzioni, e la sua influenza si estende al design e all’architettura ed è visibile nei luoghi più inaspettati. Lo racconta il documentario “Joan Mirò, il fuoco interiore” di Albert Solé, in onda venerdì 12 aprile alle 19.20 su Rai 5. Grazie al documentario, che vanta l’eccezionale presenza di Joan Punyet Miró, nipote e amministratore dell’artista – nonché ad archivi inediti e a un accesso privilegiato alla sua opera e al suo studio – si scoprono alcune delle sfaccettature meno familiari del pittore: il Miró privato, che potrebbe «di giorno essere un tesoro, e di notte, un mostro»; Miró il provocatore, così come il Miró che era sensibile all’angoscia dei suoi compatrioti. Obiettivo anche sulle pressioni che comporta la gestione dell’eredità di un pittore così immenso, un peso che ricade su un singolo discendente, e il tragico destino della maggior parte dei membri della sua famiglia.

Attirato dalla comunità artistica che si riuniva a Montparnasse, nel 1920 si stabilì a Parigi, dove conobbe Pablo Picasso e il circolo dadaista di Tristan Tzara. Già in questo periodo, in cui disegnava nell’Accademia della Grande Chaumière, cominciò a delinearsi il suo stile decisamente originale, influenzato inizialmente dai dadaisti ma in seguito portato verso l’astrazione per l’influsso di poeti e scrittori surrealisti.

Nel 1926 collaborò con Max Ernst per la scenografia di Romeo e Giulietta e realizzò il celebre Nudo. L’anno successivo, dopo la morte del padre, Miró si trasferì alla Cité des Fusains ed ebbe come vicini, oltre a Ernst, anche Jean Arp e Pierre Bonnard. Sempre a Parigi, nel 1928, la sua esposizione nella galleria Bernheim lo rese molto famoso.

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