Stasera in tv arriva "Il profumo delle Zagare"
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Stasera in tv arriva “Il profumo delle Zagare”

Storia di Danilo Dolci

Stasera in tv arriva "Il profumo delle Zagare"

Il “Gandhi italiano”: così chiamavano Danilo Dolci, poeta, scrittore ed educatore triestino, promotore della rivoluzione non violenta che negli anni ’50 lo rese famoso in tutto il mondo. A lui è dedicato “Il Profumo delle zagare”, in onda mercoledì 14 febbraio alle 23.05 su Rai Storia. Prodotto da Alveare Cinema in collaborazione con Rai Documentari e Rai Teche, il racconto – diretto da Paolo Bianchini, montato da Valeria Tomasuolo, con la fotografia di Giovanni Cavallini e le musiche originali di Lorenzo Sidoti – si svolge tra filmati dell’epoca e il resoconto dei testimoni oculari o indiretti dell’operato di Danilo Dolci, che nel 1952 arriva in Sicilia, a Trappeto, e assiste alla morte per inedia di un bambino del paese. Dolci denuncia un “delitto di enorme gravità”, con cui “si lascia spegnere un’intera popolazione”, composta da contadini e pescatori, costretti allo stremo da una politica clientelare e da una diffusa pratica mafiosa. L’intellettuale triestino si sdraia quindi nel letto del bimbo e inizia uno sciopero della fame per sensibilizzare attraverso i media l’opinione pubblica sulla condizione di quelli che presto diventano suoi concittadini. Dolci lottava per la liberazione dalla mafia, contro l’illegalità, contro lo sfruttamento delle terre, per la condivisione del pensiero libero e l’educazione all’ascolto e alla gioia della conoscenza. A Partinico, Dolci incoraggia gli abitanti disoccupati ad adottare azioni di protesta non violente, convincendoli a lavorare alla ricostruzione di una strada comunale abbandonata: si tratta dello “sciopero al contrario”, che costerà a lui e ad altri nel 1956 una denuncia per incitamento alla disobbedienza alle leggi e per resistenza a pubblico ufficiale. Verrà condannato a 50 giorni di carcere, nonostante la difesa del giurista e padre costituente Calamandrei. Dolci combatte con i siciliani la battaglia per la realizzazione della diga sul fiume Jato; denuncia i ritardi nella ricostruzione dopo il terremoto del Belice.

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