In occasione dell’anniversario della scomparsa di Philippe Daverio (2 settembre 2020) Rai Cultura ripropone la puntata de “Il Capitale” che rievoca la storia di alcuni eroi delle spedizioni garibaldine, in onda lunedì 2 settembre alle 19.30. Se fosse stato solo per gli accordi di Plombières del 1858 e per le battaglie di Solferino e San Martino del 1859, l’Italia sarebbe nata probabilmente come una federazione di stati presieduti dal Papa. Ai Savoia forse sarebbe bastata l’annessione della Lombardia se non fosse entrata in gioco l’avventura temeraria di Garibaldi con la conquista del Regno delle due Sicilie, sulla quale vigeva una promessa di aiuto piemontese solo in caso di buon fine. Garibaldi è innegabilmente il mito sul quale si fonda una prima ipotesi unitaria italiana. Un mito che ha origini molto lontane, ma che trova il suo fulcro quando parte la famosa spedizione dei Mille che da Quarto approda in Sicilia. Chi erano i folli che lo seguirono e lo fiancheggiarono? Fra i mille c’erano poveri e ricchi, tutti motivati dal sentimento patrio, in molti casi poi divenuti borghesi fondativi dell’Italia successiva. Anche se sembrano scomparsi dalla bibliografia garibaldina odierna, i fratelli Orlando giocarono un ruolo fondamentale per l’avventura intera: si tratta di tre fratelli nati a Palermo all’inizio dell’Ottocento, che decisero d’aprire una fabbrichetta di molle. Ma al Regno di Napoli gli imprenditori non piacevano molto. Così si trasferirono a Genova, entrando nei circoli mazziniani e diventando anche amici di Cavour. Fecero fortuna costruendo navi e furono tra i finanziatori della spedizione dei Mille, partecipandovi anche direttamente. Gli Orlando diventarono dopo l’Unità la prima grande famiglia industriale italiana, a cavallo fra Otto e Novecento. Sempre nell’ambito della spedizione di Garibaldi, emerge la storia d’un altro borghese, il giovane Giuseppe Nodari che, diciottenne, assiste alla battaglia di Solferino.
Appuntamento assolutamente da non perdere.