Stasera in tv arriva Falcone. Il tempo sospeso del volo
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Stasera in tv arriva Falcone. Il tempo sospeso del volo

Un’opera di Nicola Sani

Stasera in tv arriva Falcone. Il tempo sospeso del volo

A 32 anni dall’attentato che uccise il magistrato Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, moglie di Falcone e magistrato, e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, Rai Cultura ripropone, sabato 25 maggio alle 23.20 su Rai 5, “Falcone. Il tempo sospeso del volo”. L’opera composta da Nicola Sani è spunto di riflessione per una società che acquista consapevolezza della propria storia. La regia di Stefano Pintor sottolinea come il cratere di Capaci che domina la scenografia sia il buco nero in cui bisogna guardare per capire la vicenda etica di Giovanni Falcone. Interpreti: Gabriele Ribis, Salvatore Grigoli, Claudio Lobbia e Angelo Romagnoli. Direttore Marco Angius. La regia televisiva è di Ariella Beddini.

Due giorni dopo, il 25 maggio, mentre a Roma veniva eletto presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, a Palermo, nella Chiesa di San Domenico, si svolgevano i funerali delle vittime ai quali partecipò l’intera città, assieme a colleghi e familiari e personalità come Giuseppe Ayala e Tano Grasso. I più alti rappresentanti del mondo politico, come Giovanni Spadolini, Claudio Martelli, Vincenzo Scotti e Giovanni Galloni, furono duramente contestati dalla cittadinanza. Le immagini televisive delle parole e del pianto straziante della giovanissima Rosaria Costa, vedova dell’agente Schifani, “io vi perdono, ma voi vi dovete mettere in ginocchio“, suscitarono particolare emozione nell’opinione pubblica.

Nel giugno 1992, ad appena un mese dalla strage, il quotidiano Il Sole 24 Ore realizzò uno scoop, pubblicando alcuni appunti personali che erano stati consegnati da Falcone nel 1991 alla giornalista Liliana Milella e che vennero soprannominati giornalisticamente i “diari di Falcone“: in essi il magistrato esprimeva il suo disappunto nei confronti del procuratore capo Pietro Giammanco e l’amarezza per il clima di isolamento in cui si trovava all’interno della Procura di Palermo. Gli appunti furono riconosciuti come autentici da molti colleghi del giudice, come Paolo Borsellino.

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