Stasera in tv arriva Dante, la voce che parla di noi
Il fascino del Male
La visione che Dante ha del male attraverso la fisionomia dei diavoli e l’incontro con Filippo Argenti, Vanni Fucci e Bocca degli Abati: un tema raccontato da Aldo Cazzullo e dalle parole dello stesso Dante nell’interpretazione di Alessandro Preziosi in “Dante, la voce che parla di noi”, il nuovo programma di Rai Cultura in onda martedì 5 marzo alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.
Ogni puntata della serie che va alla scoperta dell’Italia di Dante e dei sentimenti che permeano la Divina Commedia è una piccola seduta di terapia, perché ancora oggi Dante non solo parla, ma è anche la cura migliore per capire se stessi e comprendere il mondo.
Il nome “Dante”, secondo la testimonianza di Jacopo Alighieri, è un ipocoristico di Durante; nei documenti era seguito dal patronimico Alagherii o dal gentilizio de Alagheriis, mentre la variante “Alighieri” si affermò solo con l’avvento di Boccaccio.
È considerato il padre della lingua italiana; la sua fama è dovuta alla paternità della Comedìa, divenuta celebre come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale. Espressione della cultura medievale, filtrata attraverso la lirica del Dolce stil novo, la Commedia è anche veicolo allegorico della salvezza umana, che si concretizza nel toccare i drammi dei dannati, le pene purgatoriali e le glorie celesti, permettendo a Dante di offrire al lettore uno spaccato di morale ed etica.
Importante linguista, teorico politico e filosofo, Dante spaziò all’interno dello scibile umano, segnando profondamente la letteratura dei secoli successivi e la stessa cultura occidentale, tanto da essere soprannominato il “Sommo Poeta” o, per antonomasia, il “Poeta”. Dante, le cui spoglie si trovano a Ravenna nella tomba costruita nel 1780 da Morigia, in epoca romantica divenne il simbolo dell’identità nazionale italiana.