Stasera in tv arriva Bosch, il diavolo dalle ali d’angelo
Tra Medioevo e Rinascimento
Pittore, contemporaneo di Leonardo da Vinci, Hieronymus Bosch è al crocevia tra l’eredità simbolica del Medioevo e l’arrivo dell’umanesimo dal Rinascimento. Le sue opere autentiche sono rare: poco più di 20 dipinti e 8 disegni, distribuiti nei più grandi musei del mondo, ma l’entusiasmo per il suo lavoro – fin dai suoi tempi – è immenso. Il documentario “Bosch, il diavolo dalle ali d’angelo” di Eve Ramboz e Nathalie Plicot, prodotto da Ina con la partecipazione di France Télévisions, in onda giovedì 11 aprile alle 19.20 su Rai 5, rivela l’artista e i suoi pensieri, attraverso la “decrittazione” dei suoi dipinti, inseriti nel contesto dell’epoca, tra parti documentarie – riprese nei musei così come nel Bois le Duc dove Hieronymus Bosch è nato e da cui non è quasi mai uscito – e animazioni che rivelano i dettagli dei dipinti che testimoniano l’opera di Bosch in rapporto con il suo tempo, ma che ci fanno anche sognare ed entrare nell’immaginario di questo genio del XV secolo. Durante il film, storici dell’arte, specialisti di Hieronymus Bosch, Reindert Falkenburg (Professore di Storia dell’Arte e Cultura Moderna, Nyu Abu Dhabi) e Joseph Léo Koerner (Professore di Storia dell’Arte e Architettura, Harvard), rievocano la sua vita e rivelano ciò che rende la profonda originalità delle sue opere e il fascino infinito che esercitavano.
Il documentario rivela l’artista e i suoi pensieri attraverso la “decrittazione” dei suoi dipinti inseriti nel contesto dell’epoca. L’opera di Bosch e il rapporto con il suo tempo, tra parti documentarie e animazioni che rivelano i dettagli dei dipinti.
Bosch fu noto come El Bosco in spagnolo, Gerolamo Bosco, o Bosco di Bolduc, o ancora Ieronimo Bos in italiano (da Bosch e Bois le Duc, traduzione francese di ‘s-Hertogenbosch = “Bosco Ducale”, città natale di Bosch); in alcuni suoi dipinti si firmò con il solo cognome, Bosch.