Stasera in tv arriva Belice, epicentro di memoria
Dal sogno di Dolci al terremoto
Tra gli anni 1950 e 1968 la valle del Belice, per volontà di Danilo Dolci e dei suoi collaboratori, si trasforma da una terra arida, povera e abbandonata in un laboratorio di sviluppo. Si organizzano seminari di formazione, si plasma la coscienza di classe dei braccianti e dei contadini più poveri, si fanno progetti partecipati, si costruiscono dighe e si prova ad accompagnare la popolazione verso una vita meno faticosa, con un maggior grado di consapevolezza e di attenzione ai propri diritti. Ma nel 1968 un terremoto tremendo, come non c’erano più stati da decenni, si abbatte su cose e persone rimettendo tutto in gioco. Lo racconta Lucrezia Lo Bianco, nel doc in prima visione “Belice, epicentro di memoria” in onda domenica 25 febbraio alle 22.10 su Rai 5, che torna in quella valle per raccontarne la storia recente e vedere a che punto siamo adesso.
Dopo il sisma, gli aiuti arrivano con molta difficoltà, i soldi della ricostruzione fanno gola a molti, nessuno è preparato a una catastrofe del genere. La gente, in attesa di una casa, rimane nelle baracche anche per 40 anni e spesso la casa nuova non è quella che sembrerebbe giusta.
La prima forte scossa si avvertì alle ore 13:28 locali del 14 gennaio, con gravi danni a Montevago, Gibellina, Salaparuta e Poggioreale; una seconda alle 14:15. Nelle stesse località ci fu un’altra scossa molto forte, che fu sentita fino a Palermo, Trapani e Sciacca. Due ore e mezza più tardi, alle 16:48, ci fu una terza scossa, che causò danni gravi a Gibellina, Menfi, Montevago, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Margherita di Belice, Santa Ninfa e Vita. L’allora comandante dei carabinieri di Palermo, il colonnello Carlo Alberto dalla Chiesa, visitando nel pomeriggio le zone colpite consigliò gli abitanti di dormire quella notte all’aperto o in auto.
Appuntamento assolutamente imperdibile.