Stasera in tv appuntamento con Wild Italy Le città diventano laboratori dell’evoluzione accelerata, i luoghi privilegiati dove le spinte adattative costringono piante e animali a sfoggiare un repertorio sempre nuovo di soluzioni e di adattamenti, alcuni decisamente stravaganti e sorprendenti.
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Stasera in tv appuntamento con Wild Italy

La natura in città al tempo del lockdown

Stasera in tv appuntamento con Wild Italy Le città diventano laboratori dell’evoluzione accelerata, i luoghi privilegiati dove le spinte adattative costringono piante e animali a sfoggiare un repertorio sempre nuovo di soluzioni e di adattamenti, alcuni decisamente stravaganti e sorprendenti.

Il lockdown resosi necessario per contenere la diffusione del Covid 19 è stato anche un colossale esperimento ambientale, che ha determinato profonde conseguenze nell’assetto del popolamento di animali e di piante delle aree urbane. L’ultimo episodio dell’ottava stagione di “Wild Italy”, in onda domenica 15 settembre alle 21.15 su Rai 5, scopre gli effetti a livello ambientale del lockdown e di come questo evento ha modificato i rapporti tra uomo e natura.
Grazie anche all’espansione delle popolazioni di grandi animali favorita dalla diminuzione della pressione venatoria e dalla crescita delle aree protette, il rapporto fra uomini e vita selvatica si è fatto sempre più stretto, e a volte conflittuale, e la città ne è stata teatro.
Urban Nature è la Natura del Terzo millennio che si sviluppa nelle aree urbane, che accolgono ormai una parte crescente della popolazione mondiale, rispetto alle aree rurali. Sarebbe un errore madornale pensare alle città come ambiti scollega èti dai ritmi naturali e dalle leggi dell’Evoluzione, ma è necessario rivalutare la componente selvatica e spontanea, vegetale e animale, per mettere alla prova un esperimento di convivenza non solo possibile e auspicabile, ma necessario.
Corsi d’acqua più puliti, aria meno inquinata, il ritorno della fauna selvatica fino nei centri città: sono gli effetti positivi della limitazione degli spostamenti e delle attività lavorative durante la pandemia di Covid-19, quando milioni di persone sono state costrette in casa. Anche se non basteranno poche settimane o mesi di blocco a sradicare o invertire i danni provocati per molti anni, questo costituisce comunque un indicatore del fatto che il degrado ambientale causato dall’uomo è reversibile. Il minore disturbo esercitato dall’uomo ha consentito il recupero di spazi da parte di alcuni animali. Ad esempio, molte tartarughe hanno avuto più tempo per incubare le uova e lasciarle schiudere.

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