Stasera in tv appuntamento con "Wild Italy" Le città diventano laboratori dell’evoluzione accelerata, i luoghi privilegiati dove le spinte adattative costringono piante e animali a sfoggiare un repertorio sempre nuovo di soluzioni e di adattamenti, alcuni decisamente stravaganti e sorprendenti.
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Stasera in tv appuntamento con “Wild Italy”

Ritorno al passato: la seconda reazione selvosa

Stasera in tv appuntamento con "Wild Italy" Le città diventano laboratori dell’evoluzione accelerata, i luoghi privilegiati dove le spinte adattative costringono piante e animali a sfoggiare un repertorio sempre nuovo di soluzioni e di adattamenti, alcuni decisamente stravaganti e sorprendenti.

A partire dall’inizio degli anni Ottanta, l’attrazione esercitata dalle aree pianeggianti e costiere, e dai loro centri urbani e industriali, se da un lato determinò la pressoché totale distruzione degli ambienti dunali lungo le coste basse e dei boschi planiziari, d’altro lato fece emigrare masse di popolazione dalle aree rurali di collina, media e bassa montagna, che progressivamente si spopolarono. Lo racconta “Wild Italy 8”, in onda domenica 25 agosto alle 21.15 su Rai 5.
Grandi complessi minerari e industriali cessarono la loro attività, perché non più competitivi sulla scena internazionale. Ulteriori quote di popolazione abbandonarono così altri insediamenti, ad esempio in Sardegna.
Diminuirono la pressione sui boschi, l’attività venatoria, il pascolo del bestiame, e l’Italia a poco a poco tornò a ripopolarsi di fauna. Questo si associò a una politica attiva di conservazione, attraverso l’istituzione di parchi e di riserve e la reintroduzione di molte specie animali.
Questa situazione favorevole è ancora in atto, anche se ci sono preoccupanti segnali di erosione dei sistemi ecologici e della biodiversità a livello dei piccoli organismi, come gli insetti impollinatori.
L’ambiente costiero è un sistema altamente dinamico dove i fenomeni di erosione, e quindi di arretramento, o di avanzamento della linea di costa sono controllati da numerosi fattori meteoclimatici, geologici, biologici ed antropici. Sebbene in generale il “clima” sia da considerarsi come il principale motore degli agenti modificatori, localmente ciascuno degli altri parametri può assumere una prevalenza significativa.
Un’adeguata conoscenza delle molteplici fenomenologie che caratterizzano i litorali è indispensabile per procedere alla realizzazione di interventi strutturali che producano risultati soddisfacenti nella difesa dall’erosione, determinando impatti ambientali sostenibili nel medio-lungo periodo. A tal fine è necessario un approccio metodologico integrato tra dati geologici e storici, osservazioni sperimentali e modelli teorico-numerici, tenendo opportunamente conto delle indicazioni empiriche fornite dagli interventi realizzati.

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