Per il ciclo “Gli anni d’oro di Woody Allen”, venerdì 24 gennaio alle 21.10, Rai Movie trasmette “Un’altra donna“. Marion è una scrittrice di mezza età, in cerca di un posto dove lavorare indisturbata: l’appartamento che decide di affittare confina con lo studio di uno psicoanalista e la donna si ritroverà, senza volerlo, ad ascoltare le conversazioni del dottore coi suoi pazienti. Fra di loro Hope, che aspetta un bambino e incuriosisce Marion al punto da volerla conoscere. Per questo lavoro, dichiaratamente ispirato al cinema di Bergman, Allen si valse per la prima volta della collaborazione di Sven Nykvist, direttore della fotografia prediletto dal regista svedese. Il ruolo di Hope fu scritto espressamente per Mia Farrow, incinta nel film e nella realtà. “Un’altra donna” (Another Woman, Usa 1988) di Woody Allen, con Gena Rowlands, Mia Farrow, Gene Hackman.
Durante le riprese del film Mia Farrow era davvero incinta di Satchel, il figlio di Woody Allen, che nascerà nel 1987. Il regista scelse apposta Sven Nykvist, il direttore della fotografia di Ingmar Bergman, per ammirazione verso quello che considerava il maestro del cinema drammatico e psicologico. Per la critica, quello di Marion Post/Gena Rowlands è il ritratto di donna più maturo della filmografia di Allen, che riesce non solo a interpretare e attualizzare le atmosfere e le angosce del maestro svedese, ma anche a rielaborarle in proprio.
Woody Allen dirige “Un’altra donna” , probabilmente uno dei film più fortemente introspettivi della sua lunga e brillante carriera. Mi sento di consigliarlo a tutti coloro che lavorano nell’ambito della psicologia e nei suoi più vicini dintorni, ma più in generale a chiunque abbia voglia di vedere un film di spessore, che lasci degli interrogativi, che faccia riflettere sulla difficoltà di dialogare con la propria coscienza e sui danni che questo comporta.