Sabato 21 settembre, alle 23.40 su Rai 3 “Un giorno in Pretura” presenta la seconda parte del processo a carico dei familiari di Saman Abbas, la ragazza pakistana uccisa la notte del 1° maggio 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Dalle telecamere di sorveglianza emerge l’inquietante ipotesi che lo zio e i cugini abbiano scavato la fossa dove seppellire Saman il giorno prima della sua sparizione, inoltre la sera della sua morte le immagini riportano la ragazza uscire accompagnata dai genitori verso lo stradello di fronte casa da cui non farà più ritorno. Il principale accusatore è il fratello, che si trova in una difficilissima posizione. Ma le prove emerse saranno sufficienti a condannare madre, padre zio e cugini e accertare la verità?
La trasmissione è l’evoluzione del programma In Pretura, ideato e curato da Nini Perno e Celestino Spada con la collaborazione di Roberta Petrelluzzi, andato in onda per due edizioni, dal 20 novembre 1985 al 27 febbraio 1987, al mercoledì e successivamente al venerdì, alle 19:35 su Rai 3. Nelle sue prime edizioni Un giorno in pretura, condotto da Roberta Petrelluzzi e Nini Perno, veniva trasmesso in prima serata ed era molto più incentrato sull’intrattenimento: a parte rari casi in cui trattava un processo per omicidio, la trasmissione prendeva prevalentemente in esame solo processi della cosiddetta giustizia «minore», quali casi di ubriachezza molesta, furti, ricettazioni, rapine, borseggi, risse, liti condominiali, favoreggiamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia, sgarbi tra colleghi di lavoro, controversie legate ad un’eredità o a cause di separazione tra coniugi, guida in stato d’ebbrezza, oltraggi a pubblici ufficiali, possesso e spaccio di droga, atti osceni in luogo pubblico, violazioni di domicilio, il tutto per rendere più chiaro ai telespettatori il funzionamento, l’andamento della giustizia italiana. Il programma rientra in quel genere che negli anni Novanta prese il nome di Tv verità.