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“La ruga che non c’era”
“Invecchiare è un privilegio ed un obiettivo della società. Ma è anche una sfida, che avrà un impatto su tutti gli aspetti della società del XXI secolo.” È questo uno dei messaggi proposti dall’ O.M.S. (W.H.O., 2005) sul tema della salute degli anziani, un argomento che ricopre sempre maggiore importanza in una società, la nostra, che sta vivendo una specie di rivoluzione demografica. Di fatto, nel 2000, al mondo c’erano circa 550/600 milioni di persone con più di 60 anni; nel 2025 ce ne saranno 1,2 miliardi fino ad arrivare a 2 miliardi nel 2050 (l’O.N.U. prevede un totale di 9,1 miliardi di persone a metà di questo secolo) con un rapporto donne-uomini di 2 a 1 nella fascia di popolazione molto anziana.
Al 1° gennaio 2019, in Italia, gli over 65enni sono 13,8 milioni(rappresentano il 22,8% della popolazione totale) – dati ISTAT. Con l’avvento della pandemia da COVID-19 avvenuta tra il termine dello stesso anno e l’inizio del 2020, la tendenza statistica di crescita della popolazione anziana nel mondo ha subito una leggera diminuzione.
La vecchiaia comprende la parte successiva della vita, cioè il periodo dopo la giovinezza e la mezza età, di solito con riferimento al deterioramento corporeo.
A che età possa iniziare non può essere definito universalmente, perché trattasi di un parametro che differisce molto. Il primo tentativo di definizione internazionale di vecchiaia la colloca oltre i 65 anni.
Appuntamento imperdibile.