Stasera in tv appuntamento con “Suonare con il cuore”
Paul Butterfield, un’armonica leggendaria
La storia di Paul Butterfield, grande bluesman bianco e supremo armonicista, dagli inizi in un quartiere multietnico di Chicago alla tragica morte a soli 44 anni. La racconta il documentario “Suonare con il cuore”, in onda giovedì 14 dicembre alle 23.15 su Rai 5. Butterfield ha dimostrato fin da ragazzo una passione incrollabile per il blues e ha fondato una delle migliori blues band della storia che ha anche avuto il merito di includere musicisti bianchi e neri favorendo l’integrazione razziale, un tema che ha segnato l’America degli anni ’60. È stato uno dei primi esponenti bianchi del Chicago Blues. Il suo stile incisivo, rivoluzionario e senza tempo è un punto di riferimento per grandi armonicisti moderni come Mark Ford e Andy Just.
Sebbene sia stato uno dei musicisti più significativi del suo tempo e pur avendo suonato con personaggi come Jimi Hendrix, John Mayall, Eric Clapton, Stevie Ray Vaughan, Muddy Waters e Bob Dylan, è un artista relativamente poco conosciuto dal grande pubblico.
Figlio di un avvocato, dopo aver studiato flauto da giovane, sviluppò un amore per l’armonica blues, e a lui si unì uno studente di fisica dell’Università di Chicago, Elvin Bishop, anch’egli amante del blues. I due riuscirono ad entrare nel giro di grandi musicisti blues come Muddy Waters, Howlin’ Wolf, e Junior Wells.
Butterfield e Bishop formeranno presto un gruppo insieme a Jerome Arnold, Sam Lay (entrambi della band di Howlin’ Wolf) e Mark Naftalin. Su consiglio del loro produttore discografico, i quattro aggiunsero alla band il promettente chitarrista Mike Bloomfield, il cui lavoro ispirò l’allora ragazzino Robben Ford.
Nel 1963, avverrà un fatto mai accaduto prima, e cioè che il gruppo formato da Butterfield, che includeva anche elementi di colore, diventerà il gruppo di casa al club Big John’s” di Chicago, club notoriamente frequentato da americani bianchi.