Stasera in tv appuntamento con Storie della Tv Stasera in TV: Storie della Tv. Telecronisti, le voci nazionali
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Stasera in tv appuntamento con Storie della Tv

La partenza (1926-1954)

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I primi 50 anni della Televisione Italiana e la lunga preparazione al lancio della programmazione ufficiale, avviata il 3 gennaio 1954. Li racconta “Storie della Tv”, con Aldo Grasso – in onda lunedì 29 luglio alle 22.10 su Rai Storia. Si parte dal 1926, quando avviene la prima dimostrazione pubblica di un sistema di ripresa e trasmissione televisiva in Italia: è l’inizio di una lunga fase di sperimentazione, interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale, che si concluderà con il fatidico 3 gennaio ’54. Testimoni della puntata sono Romana De Angelis Bertolotti, nipote dell’ingegnere Sergio Bertolotti, e Alessandro Banfi, nipote e omonimo dell’altro ingegnere che per primi organizzarono gli esperimenti televisivi nell’Eiar fascista e nella Rai del dopoguerra; Enrico Menduni, massmediologo e storico della radio italiana, che racconta il contesto di questi esperimenti nella storia della Radio italiana; Vito Molinari, uno dei registi del primo nucleo di lavoro della Televisione, che racconta la fase finale della sperimentazione della Televisione Rai, prima dell’avvio ufficiale dei programmi.

In Italia i primi studi e le prime trasmissioni televisive furono effettuati a partire dal 1934, quindi durante il regime fascista, a Torino, città che già ospitava il Centro di Direzione dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), organismo concessionario delle trasmissioni radiofoniche italiane, presso i locali del Teatro di Torino, attiguo alla sede storica di Via Verdi. Successivamente l’EIAR stabilirà una sede a Roma, nel quartiere Prati, dove realizzerà la storica sede di Via Asiago 10.

Il Regio Decreto legge 26 settembre 1935, n. 1829 – convertito nella legge 9 gennaio 1936, n. 177 – stabilì il passaggio dei programmi dell’EIAR sotto il controllo del Ministero della Stampa e Propaganda del governo Mussolini. Il testo unico di cui al R.D. 27 febbraio 1936, n. 645 (“Approvazione del codice postale e delle telecomunicazioni”) ribadì il principio, stabilito fin dal 1910, della riserva statale per l’esercizio di attività di tipo radiotelegrafico e radioelettrico, che venne esteso anche ai servizi telegrafici, eccetera.

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