Stasera in tv appuntamento con Storie contemporanee
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La comunità ebraica di Pitigliano

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Pitigliano è una delle città del tufo più suggestive della Maremma. Il suo centro storico, conosciuto come la Piccola Gerusalemme, ospita una delle più antiche comunità ebraiche toscane. In seguito all’emanazione delle leggi razziali nel 1938 e all’occupazione tedesca dell’Italia nel 1943, questo piccolo borgo vede la furia nazifascista scagliarsi contri gli ebrei pitiglianesi. La storia della piccola comunità ebraica toscana che venne aiutata e salvata da altri concittadini è al centro della puntata – firmata da Riccardo Sansone con la regia di Leonardo Sicurello – di “Storie contemporanee”, il programma Rai Cultura in onda martedì 12 novembre alle 22.40 in prima visione su Rai Storia. Per ripercorrere le vicende di quella comunità, Michela Ponzani incontra il professor Angelo Biondi, la testimone Elena Servi e la professoressa Liliana Picciotto.

La formazione della comunità risale al XVI secolo quando Pitigliano, per la sua vicinanza con il confine, divenne luogo di rifugio degli ebrei espulsi dallo Stato della Chiesa (1569 e 1593). Il loro numero in rapporto alla popolazione locale (500 su 6.000) ne fece una presenza cospicua non solo per l’agricoltura e il commercio ma anche per la vita culturale del paese. Nacquero a Pitigliano Dante Lattes, Samuele Colombo (che fu rabbino di Livorno), il biologo Mazzini Pergola, l’avvocato e onorevole Ugo Sorani.

Nell’Ottocento comincia il declino della comunità attratta verso centri maggiori dalle opportunità offerte dall’emancipazione. A testimonianza dell’importanza della comunità ebraica pitiglianese rimangono il quartiere del vecchio ghetto con la sinagoga e il cimitero sulla statale per Manciano.

Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell’occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, gli ebrei del paese subirono la deportazione di 22 correligionari, dapprima ristretti a Roccatederighi e Fossoli e annientati nei lager nazisti. Gli altri si dispersero nelle campagne dove, nonostante i rastrellamenti e il rischio di delazioni, poterono contare su una rete di solidarietà.

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