Dopo la morte di suo padre, l’architetto “radicale” Fabrizio Fiumi, Elettra trova in un polveroso magazzino toscano il suo incredibile e disordinatissimo archivio: collages, schizzi, foto, disegni, lettere, documenti, oggetti e film originali girati negli anni in super 8, 16 e 35 mm, sopravvissuti al tempo e sconosciuti a lei e alla famiglia. Lo racconta “
Radical Landscapes” di Elettra Fiumi, prodotto da Central Productions, Fiumi Studios con Rsi e FilmAffair, in onda giovedì 7 novembre alle 19.30 su Rai 5. Per sette anni, Elettra cataloga, ordina e filma il gigantesco archivio del padre e del suo Gruppo, scoprendo e riportando alla luce il suo mondo straordinario. Architetto geniale, inventore, professore, filmmaker ed esponente del Gruppo di Architettura Radicale 9999, Fabrizio poneva al centro della propria ricerca l’uomo e la sua relazione con l’ambiente, preconizzando la necessità di un equilibrio e di una convivenza armonica tra natura e tecnologia.
Capelli bianchi fin da giovanissimo, un viso bello e scolpito, gli occhi chiari: Fiumi aveva 70anni ed era stato esponente dell’avanguardia culturale nella seconda metà degli anni ‘60. L’uomo e il suo ambiente erano al centro della ricerca del Gruppo 9999 che nei suoi progetti esprime l’ipotesi fondamentale di un equilibrio tra progresso scientifico e natura. Sua l’idea di una tecnologia sofisticata, purificata da rifiuti e inquinamenti, che opera solo a servizio e protezione dell’uomo e del suo ambiente. Una serie di mostre espongono alcuni suoi progetti: al Mak Center di Los Angeles; è quasi pronta quella di Chicago alla Graham Foundation; a Oslo si inaugurerà il 19 settembre alla Triennale di Architettura.
Fiumi con Caldini e Bolognesi nel febbraio ‘69 aprì il mitico “Space Electronic”, in origine uno spazio multimediale dedicato alla sperimentazione, alla musica, al teatro, alle arti visive. E in diretto contatto un fiorire di happening e forum internazionale come concerti dei Canned Heat.