Stasera in tv appuntamento con "Playing portraits"
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Stasera in tv appuntamento con “Playing portraits”

Tra Gershwin e Poulenc

Stasera in tv appuntamento con "Playing portraits"

La sala della Belle Époque presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ospita Alessandro Carbonare, solista di fama internazionale e primo clarinetto dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, la violinista Elisa Eleonora Papandrea e il pianista Monaldo Braconi nel concerto “Playing portraits”, in onda venerdì 12 luglio alle 17.25 su Rai 5, dal Museo d’Arte Moderna più importante d’Italia. Un intreccio di arte e musiche di Gershwin, Poulenc, Stravinsky, Priolo e Kuttenberger.

Elisa Papandrea, Monaldo Braconi e Alessandro Carbonare nell’inusuale formazione di clarinetto, violino e pianoforte   in un’esibizione coinvolgente e varia, attraverso gli stili più differenti del multiforme universo musicale novecentesco.
Una rielaborazione di Bess you is my woman e It ain’t necessarly so da “Porgy and Bess” di Gershwin ad opera di  Robert Russel, dove violino e clarinetto si intrecciano in un canto malinconico dimostrando una grande duttilità timbrica nella ricerca continua di una coesione sonora sempre più omogenea.
L’ Historie du Soldat di Stravinsky in una trascrizione per trio dell’autore stesso. Il livello di affiatamento tra gli esecutori è altissimo, Papandrea e Carbonare si intrattengono in un dialogo musicale sempre molto serrato, supportati dalla fine mano di Braconi, camerista raffinato e attento nell’accondiscendere ad ogni minima inflessione musicale dei colleghi.  All’interno del programma è ritagliato anche uno spazio solistico per Alessandro Carbonare, il clarinettista più titolato al mondo e orgoglio (quasi) locale. Si tratta della Fantasia per clarinetto solo di Widmann, dove Carbonare ha la possibilità di mettere in luce la sua padronanza della tavolozza timbrica e dinamica dello strumento, fino alle tecniche estese come i multifonici, largamente utilizzati nella composizione.  Finale di grande eclettismo: da Kurt Weill alla musica klezmer, poi Duke Ellington e di nuovo i ritmi a tratti sfrenati della tradizione ebraica, questa la travolgente ricetta di un trio eccellente e di impatto comunicativo.

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