Stasera in tv appuntamento con Passato e Presente
La fine della Jugoslavia
Nel giugno 1991 Slovenia e Croazia proclamano la propria indipendenza, facendola sanzionare da plebisciti. È l’inizio della dissoluzione della Repubblica federale jugoslava. A “Passato e Presente”, in onda domenica 24 marzo alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Roberto Morozzo Della Rocca ripercorrono una storia dolorosa che si concluderà solo quattro anni dopo.
Gli organi federali e i vertici militari – entrambi controllati dalla componente serba – accettano il fatto compiuto dell’indipendenza slovena, ma reagiscono duramente all’analoga iniziativa della repubblica croata, che ospita nei suoi confini consistenti minoranze serbe. A partire dalla primavera del 1992, il conflitto si sposta in Bosnia: una repubblica abitata da una popolazione mista, composta da bosniaci musulmani, bosniaci croati e bosniaci serbi. La Bosnia diventa teatro di una guerra violentissima, che avrà il suo apice nel lunghissimo assedio della capitale Sarajevo, il più lungo della storia moderna. Il conflitto, costato circa centomila vittime, si chiude il 21 novembre del 1995 con la firma, a Dayton, negli Usa, degli accordi di pace fra i governanti di Serbia, Croazia e Bosnia.
Il maresciallo Tito morì il 4 maggio 1980. Nel frattempo, la situazione economica si andava deteriorando, alimentando il divario tra le repubbliche di Slovenia e Croazia più ricche e il resto del Paese. Questa separazione economica incominciò a diventare una spinta verso una volontà indipendentista ispirata dai dirigenti politici locali. Nel 1981 in Kosovo si sviluppò un movimento che chiedeva la trasformazione della provincia autonoma in repubblica federata, richiesta fatta dalla maggioranza albanese e osteggiata dalla popolazione serba.
Nel 1990, a seguito del malcontento della popolazione dell’intera Jugoslavia, furono indette elezioni nelle sei repubbliche: in Croazia venne eletto il nazionalista Tuđman e in Slovenia il socialdemocratico Kučan che appoggiarono immediatamente le rivendicazioni indipendentiste dei loro popoli;in Bosnia ed Erzegovina fu eletto Izetbegović che auspicava un allentamento dei legami con la Jugoslavia.