Tiberio Claudio Druso vive una giovinezza all’ombra di personaggi amati dal popolo e da Augusto, come suo padre Druso e suo fratello Germanico, le cui glorie militari entusiasmano Roma intera. Ma proprio lui, il candidato più improbabile della dinastia di Augusto, deriso per la sua goffaggine, diventa imperatore all’età di 50 anni, acclamato dai pretoriani che avevano ucciso Caligola. In occasione dell’anniversario della scomparsa, il 13 ottobre del 54 d.C., Rai Cultura ripropone l’appuntamento con “
Passato e Presente” a lui dedicato, in onda domenica 13 ottobre alle 20.30 su Rai Storia. Ospite di Paolo Mieli, il professor Umberto Roberto. Da imperatore finanzia grandi opere pubbliche come l’acquedotto Claudio, la bonifica della piana del Fucino e la via Claudia Augusta, un collegamento che favorisce gli scambi tra i romani e i popoli germanici. Persegue una politica estera improntata all’ apertura verso i popoli gallici e, grazie alla sua campagna militare in Britannia, i Romani acquisiscono un primo importante avamposto oltre la Manica. Claudio muore in circostanze sospette. Prenderà il suo posto al comando di Roma il figlio adottivo Tiberio Claudio, Nerone.
Nato col nome di Tiberio Claudio Druso e figlio di Druso maggiore e Antonia minore, era considerato dai suoi contemporanei come un candidato improbabile al ruolo di imperatore, soprattutto in considerazione di una qualche infermità fisica da cui era affetto, tanto che la sua famiglia lo tenne lontano dalla vita pubblica fino all’età di quarantasette anni, quando tenne il consolato assieme al nipote Caligola.
Furono probabilmente questa infermità e la scarsa considerazione politica di cui godeva che gli permisero di sopravvivere alle purghe che colpirono molti esponenti della nobiltà romana durante i regni di Tiberio e Caligola: alla morte di quest’ultimo, Claudio divenne imperatore proprio in quanto unico maschio adulto della dinastia giulio-claudia. Malgrado la mancanza di esperienza politica, Claudio dimostrò notevoli qualità.