Stasera in tv appuntamento con Passato e Presente
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Stasera in tv appuntamento con Passato e Presente

Cinecittà: la Hollywood del regime 

Stasera in tv appuntamento con Passato e Presente

Alla fine degli anni Venti, il settore cinematografico è investito dalla crisi economica, ma una serie di investimenti privati e statali prima e l’avvento del sonoro poi, rappresentano il possibile rilancio della produzione nazionale. Gli anni Trenta vedono così, in Italia, la riorganizzazione dei vecchi stabilimenti di produzione, la costruzione di nuovi dotati di apparecchiature all’avanguardia e l’ammodernamento delle sale cinematografiche per le proiezioni. Nel 1937, ai margini della città di Roma, viene inaugurata la Città del cinema, Cinecittà. Un luogo e una storia ripercorsi dal professor Mauro Canali e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, riproposto domenica 28 aprile alle 20.30 su Rai Storia in occasione dell’anniversario dell’inaugurazione. Gli stabilimenti su via Tuscolana diventano ben presto il fiore all’occhiello del Regime. Nella stessa area sorgono anche le nuove sedi dell’Istituto Nazionale Luce e del Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal settembre 1943, gli stabilimenti di Cinecittà vengono occupati dai Nazisti e trasformati in un campo di concentramento per prigionieri Alleati. Dopo la Liberazione di Roma, gli imponenti studi diventano il campo profughi più grande e importante dell’Italia centrale.

Dopo una serie di pregevoli lungometraggi che nei primi due decenni del Novecento avevano fatto conoscere la cinematografia italiana nel mondo (primo fra tutti Cabiria di Giovanni Pastrone rimasto in cartellone a New York per dieci mesi), negli anni venti L’industria cinematografica italiana entrò in crisi venendo messa in ombra sia dalla cinematografia americana che da quella tedesca contemporanea.

Nel 1931 Mussolini, che sosteneva l’importanza del cinema, varò una legge volta a penalizzare le importazioni per stimolare la produzione nazionale. Nel 1934 Luigi Freddi, amico di Ciano e perciò ben introdotto presso Mussolini, venne incaricato di gestire la Direzione, finalizzata sia alla promozione che al controllo della produzione cinematografica italiana. Freddi, che in occasione di un viaggio negli USA aveva conosciuto Griffith

 

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