Stasera in tv appuntamento con "Le mani dell'arte"
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Stasera in tv appuntamento con “Le mani dell’arte”

Gli “aiutanti” dei grandi

Stasera in tv appuntamento con "Le mani dell'arte"
Di chi sono le mani che realizzano materialmente un’opera d’arte? Forse non tutti sanno che gli esecutori materiali di un’opera esposta in un museo non sono quelli che compaio sulla didascalia. Da secoli, infatti, gli artisti si fanno aiutare per la realizzazione delle loro idee da artigiani altamente qualificati di cui il grande pubblico ignora l’esistenza. Non solo, nell’epoca contemporanea sono numerosi gli artisti celebrati dalla critica internazionale che neppure “toccano” l’opera durante le fasi della sua lavorazione. Storie poco note, raccontate dal documentario “Le mani dell’arte” di Federico Giannini e Daniele Rocca, che firma anche la regia, in onda mercoledì 27 novembre alle 19.25 su Rai 5.
Gli artisti contemporanei non sono gli unici ad aver trovato un valido sostegno nei loro tanti collaboratori che operano nell’anonimato. Giotto, Verrocchio, Michelangelo, Bernini, Canova, Thorvaldsen e altri grandi artisti del passato erano circondati, nelle loro botteghe e nei loro atelier, in certi casi anche da decine di giovani artigiani, apprendisti, ragazzi di bottega: alcuni di questi si dimostravano così abili e talentuosi da diventare artisti loro stessi. Si pensi, per esempio, al caso di Leonardo da Vinci, che cominciò la propria carriera, giovanissimo, come collaboratore del Verrocchio.
Sono trascorsi secoli, ma ancora oggi l’Italia vanta una tradizione di abili e sconosciuti artigiani che prestano il loro talento e le loro mani ai grandi nomi dell’arte internazionale, che decidono di giungere proprio in Italia per affidare le loro idee e le loro visioni a maestranze qualificate, custodi di antiche tecniche e tradizioni.
C’era poca differenza tra un’opera di un artista e quella realizzata dallo studio di artisti con la sua supervisione. Disegno, la parola italiana per design, era l’opera del maestro. Mentre l’artista diventava famoso, alcuni di quei contratti di commissione stipulavano che l’artista doveva eseguire il lavoro “principalmente” da solo.

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