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“Verdi contro Wagner”
Il primo punto di contatto tra questi due grandi compositori sta proprio in quello che hanno incarnato, visto che sono stati visti come riferimenti per una determinata idea di nazione, libera e democratica, anche se in maniera differente. Tutte quelle persone che seguirono le loro spoglie mortali nel momento dell’ultimo addio sono una testimonianza fondamentale di questo grande riconoscimento del popolo per il ruolo svolto nel costruire una idea di stato. Ma non bisogna limitare tutto a una questione politica. Le grandi distanze tra i due cigni di Busseto e Bayreuth si sono allargate quando la critica ha cominciato a sminuire l’opera verdiana, non ritenendola paragonabile e accostabile a quella di Wagner: si è rimproverato al “mago” di essere stato troppo semplice, spontaneo e perfino provinciale e rustico, proprio quegli elementi che ne avevano decretato il successo per un secolo intero.
Eppure, se si scandagliano a fondo i pensieri e le riflessioni dei compositori in questione si scoprono affinità insospettabili: il tedesco è noto per aver completamente rivoluzionato il pensiero musicale con la cosiddetta “Opera Totale” (Gesamtkunstwerk in lingua teutonica), una sorta di amalgama perfetto delle arti della poesia, della musica, del dramma. L’opera lirica non è stata più considerata una lunga serie di pezzi chiusi, ma un fluire unico di note, una sinfonia continua e perfetta.