Stasera in tv appuntamento con "Il regno delle balene"
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Stasera in tv appuntamento con “Il regno delle balene”

Alla scoperta dell’intelligenza animale

Stasera in tv appuntamento con "Il regno delle balene"

Come “pensano” le balene e qual è il loro confine tra istinto e intelligenza? Una domanda alla quale risponde inaspettatamente una megattera nel documentario “Il regno delle balene”, in onda domenica 19 maggio alle 21.15 su Rai 5. Protagonista è una megattera solitaria che pattuglia le coste rocciose dell’Alaska appena in tempo per un evento che le altre balene a quanto pare non conoscono: la liberazione dei salmoni d’allevamento. Le megattere non mangiano salmoni, ma il cetaceo al centro del documentario riuscirà addirittura a prendersi gioco degli allevatori. Al largo del Messico, invece, una famiglia di orche caccia con una tecnica specifica. Le orche si organizzano senza rischiare, comunicando sommessamente con fischi e cinguettii. Non solo: si scoprirà che provano emozioni complesse, ad esempio di fronte al dolore di un compagno, che nel momento del bisogno cerca il sostegno della famiglia.

A causa del loro habitat, le balene sono “respiratrici coscienti”: devono decidere quando respirare. Riguardo al sonno, tutti i mammiferi dormono e così fanno anche le balene, con l’unica differenza che non possono cadere in stato di incoscienza per periodi troppo lunghi, proprio perché devono essere coscienti per poter respirare. La soluzione a questo problema è ottenuta facendo sì che dorma solo un emisfero per volta del loro cervello. Così le balene non sono mai completamente addormentate ma possono comunque riposare secondo i loro bisogni. I cetacei dormono circa 8 ore al giorno.

Sulla sommità del dorso si può riconoscere un foro denominato sfiatatoio che viene utilizzato dal mammifero per espellere i residui idrici e mucosi presenti nell’apparato respiratorio.

Le femmine di balena danno alla luce un solo cucciolo lungo dai 5 ai 7 m. Sono dei placentati. Nella maggior parte delle balene la maturità riproduttiva arriva tardi, tipicamente a 7-10 anni. Questa strategia fornisce a ogni nato un’alta percentuale di sopravvivenza.

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