Stasera in tv appuntamento con Grandi della Tv
Renato Rascel
Pantaloni larghi, giacca lunga con un taschino dietro, la caciottella calcata in testa: sul palcoscenico di “Grandi della Tv” – il programma con Edoardo Camurri, in onda domenica 28 aprile alle 17.30 e lunedì 29 aprile alle 22.00 su Rai Storia sale il “piccoletto nazionale”: Renato Rascel, maestro della metamorfosi e della comicità gentile e un po’ bambina.
Rascel, al secolo Renato Ranucci, regala al pubblico una comicità in completa rottura con quella dei suoi coevi: pulita, adatta a tutta la famiglia, dell’assurdo nel senso della curiosità impertinente e della meraviglia, come solo lo sguardo dei bambini sa essere. La polvere del palcoscenico lo battezza, letteralmente: nasce il 27 aprile 1912, mentre i suoi erano in tournée a Torino. Trascorre i primi giorni di vita, prima di rientrare a Roma, in una cesta di vimini, tra le quinte. Un imprinting che lo farà esibire già a 14 anni nell’avanspettacolo in qualunque ruolo, fino a farlo diventare – dopo parecchi nomi d’arte – Rascel, dal nome di una famosa cipria francese adocchiata in una vetrina. Significativo è il debutto con “Il cielo è tornato sereno” avvenuto sul finire degli anni Quaranta a Roma, al Teatro Adriano. L’esordio si configura inizialmente come un disastro, dalle soubrette che entrano con i vestiti sbagliati in scena, alla rovinosa rottura di un disco giallo che avrebbe dovuto rappresentare il sole. “Mi dispiace, signori, ma si è rotto il sole” si ritrovò ad annunciare Rascel al pubblico, scatenando risate a non finire, trascinandolo in un’improvvisazione per tutta la durata dello spettacolo – che quindi si rivelò contro ogni pronostico un successo – da cui nascerà uno dei suoi numeri principali, il corazziere.
La sua comicità dell’assurdo si consolida e si sfaccetta negli anni del trionfo del fascismo: Rascel (che deve in quel periodo cambiare il cognome in Rascele) riesce a creare una consapevolezza nel suo pubblico.