Stasera in tv appuntamento con Ghost Town Poggioreale è un comune italiano di 6.644 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia. Il paese è situato a 262 m s.l.m., a circa 15 km a nord-ovest di Trapani. Il 14 gennaio 1968, Poggioreale fu colpita da un terremoto di magnitudo 6,4, che causò la morte di 2.919 persone e la distruzione del paese. Il terremoto fu uno dei più gravi eventi sismici della storia italiana, e ebbe un impatto devastante sulla vita della comunità di Poggioreale. Dopo il terremoto, il paese fu ricostruito in una zona più sicura, a circa 2 km dal sito originale. Il nuovo Poggioreale è un paese moderno e confortevole, ma non ha mai dimenticato il suo passato. Il centro storico del vecchio paese è stato riconvertito in un parco memoriale, dove è possibile visitare i resti delle case e delle chiese distrutte dal terremoto. Poggioreale è un esempio di come una comunità può risollevarsi da una tragedia e ricostruire il proprio futuro. Il paese è oggi un luogo vivo e vivace, e i suoi abitanti sono orgogliosi della loro storia e della loro cultura.
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Stasera in tv appuntamento con Ghost Town

Una Pompei del ‘900.

Stasera in tv appuntamento con Ghost Town Poggioreale è un comune italiano di 6.644 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia. Il paese è situato a 262 m s.l.m., a circa 15 km a nord-ovest di Trapani. Il 14 gennaio 1968, Poggioreale fu colpita da un terremoto di magnitudo 6,4, che causò la morte di 2.919 persone e la distruzione del paese. Il terremoto fu uno dei più gravi eventi sismici della storia italiana, e ebbe un impatto devastante sulla vita della comunità di Poggioreale. Dopo il terremoto, il paese fu ricostruito in una zona più sicura, a circa 2 km dal sito originale. Il nuovo Poggioreale è un paese moderno e confortevole, ma non ha mai dimenticato il suo passato. Il centro storico del vecchio paese è stato riconvertito in un parco memoriale, dove è possibile visitare i resti delle case e delle chiese distrutte dal terremoto. Poggioreale è un esempio di come una comunità può risollevarsi da una tragedia e ricostruire il proprio futuro. Il paese è oggi un luogo vivo e vivace, e i suoi abitanti sono orgogliosi della loro storia e della loro cultura.

Così Apice, un paesino in provincia di Benevento, è stata ribattezzata dopo il terremoto del 1962 che l’ha spopolata. L’allora primo cittadino, vista l’impossibilità economica di rimettere in piedi il proprio comune decise di ricostruire la città a pochi chilometri di distanza, sulla collina di fronte. Ad Apice nuova, la “nuova” cittadina che sostituì, negli anni 60, la vecchia Apice vivono ancora oggi i terremotati dell’epoca, costretti ad abbandonare le proprie case in fretta e furia, quando il 21 agosto del 1962 il terremoto fece scappare tutti. Sandro Giordano esplora il borgo che è rimasto lo stesso dai tempi del terremoto, in “Ghost Town”, in onda giovedì 19 settembre alle 20.20 su Rai 5. Un paese oggi inaccessibile eppure “vivo”, nel ricordo dei suoi abitanti, e negli edifici che ancora risuonano della vita di un tempo che non tornerà più. Nella zona che interessò tra gli altri anche il borgo di Apice si contarono “solo” 17 vittime e i rimanenti 6.500 abitanti furono prontamente evacuati, lasciando dietro di sé un panorama desolato e “spettrale” ancora oggi visibile: mobili, auto intrappolate fra le macerie di un meccanico, riviste di cucito, insegne “fai da te” di negozianti. Taluni abitanti rimasero nel vecchio abitato, chi ad esercitare la propria funzione pubblica, chi a far sopravvivere la propria bottega e chi semplicemente ad abitarci. Tra questi, Tommaso Conza, il barbiere, che tenne la sua bottega aperta fino al 2007: in un paese fantasma.

Sandro Giordano, attivo nel cinema e nella televisione, sul grande schermo, nel 1996, recita nel film di Argento La sindrome di Stendhal. Nel 2004 è nel cast di L’amore è eterno finché dura, diretto da Carlo Verdone.

Affianca all’attività di attore quella di fotografo. Dal 2013 si dedica al progetto fotografico In extremis, corpi senza pentimento, uno scenario contemporaneo e dai colori vivaci che traduce in chiave visiva la fragilità umana.

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