Stasera in tv appuntamento con “Genova, un amore in salita” Stasera in TV: Storie contemporanee. Genova e le sue fabbriche. Il lavoro delle donne
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Stasera in tv appuntamento con “Genova, un amore in salita”

La bellezza “nascosta”

Stasera in tv appuntamento con “Genova, un amore in salita” Stasera in TV: Storie contemporanee. Genova e le sue fabbriche. Il lavoro delle donne

Si dice che i genovesi siano avari, ma è un luogo comune: hanno solo la parsimonia di chi si è dovuto inventare uno spazio di vita, tra mare e monti, una bellezza nascosta, da scoprire senza fretta. Magari perdendosi a piedi nella “grotta di marmo”: come Mark Twain chiamava il cuore della città, impressionato dall’incombere di tanti palazzi monumentali in uno spazio così angusto. Sarà per questo che Genova, da sempre, ha sete di infinito, sentendo il mare come sua estensione naturale. Lo racconta Giuseppe Sansonna nel doc in prima visione “Genova, un amore in salita”, in onda domenica 27 ottobre alle 22.10 su Rai 5.

Lampante e misteriosa, mediterranea o gotica, a seconda dei giorni. Basta un colpo di tramontana, infatti, a cambiarne i colori. È un labirinto in cui cedere alla pazzia, se la si guarda con la febbre di Dino Campana, inebriato dalla lussuria dei caruggi e affascinato dalle guglie delle chiese, dove vedeva prue di navi in partenza. C’è anche chi viene qui sperando di rinsavire, come Nietzsche. Arrivato sotto prescrizione medica, riuscì a trovare a Portofino il suo Zarathustra. ‘La più mediterranea delle città nordiche’ la definì, riferendosi ai tanti palazzi affastellati e ai pomeriggi di bella stagione in cui Genova assume i colori vividi di una capitale sudamericana.

Così concreta e così spirituale, Genova. Un po’ come la giovane Antonella Ruggiero, cresciuta a Pegli, che con la sua voce da sirena ha valicato gli oceani, sulla scia dei grandi naviganti genovesi. Genova è così antica, che quasi abolisce e annulla il tempo. Ne è la conferma una libreria in Via Garibaldi, dove si custodiscono manoscritti preziosi, per tramandare la memoria di quelle suggestioni alle successive generazioni. Come i racconti di Marcello Barlocco: una scrittura dal fascino oscuro, in linea con la sua biografia.

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