Stasera in tv appuntamento con “Earth/Art”
Quanto l’arte “difende” l’ambiente
Una riflessione sul rapporto tra arte e natura: lo propone il documentario “Earth/Art” di Monica Taburchi in onda giovedì 22 febbraio alle 19.25 su Rai 5. “Earth/art”, il cui titolo gioca sulla fusione delle parole “terra” e “arte”, spiega come gli artisti contemporanei, attraverso la ricerca e le opere che li rappresentano, si pongano di fronte alla questione dei cambiamenti climatici. Il racconto è corale, senza intermediari, reso direttamente dagli artisti. Ci sono quelli transgenerazionali come Michelangelo Pistoletto o Christo; i giovani che usano anche il linguaggio del murale, come Pejac (spagnolo) o Iena Cruz (italiano); i designer tecnologici come Alper Dostal (austriaco), lo Studio Roosegaarde (olandese) o il gruppo Accurat (tutto il mondo). Ci sono anche i veri ecologisti come Olafur Eliasson (danese); quelli che pensano a soluzioni di paesaggio misto, come Eugenio Tibaldi; chi studia l’ambiente in rapporto alle persone, come Elena Mazzi o Amar Kanwar (indiano); e chi con il sorriso infrange la legge, come i Guerrilla Gardening. Artisti che ci hanno allertato sui cambiamenti climatici ben prima che diventasse “il tema” sulla bocca di tutti e che oggi tentano, attraverso le loro opere, di proporre delle soluzioni.
Con guerrilla gardening si intende una forma di giardinaggio praticata su terreni sui quali non si ha il diritto legale di coltivare, come terreni abbandonati, aree dismesse o proprietà private. Viene praticato da persone e per motivazioni molto diverse tra loro, dai giardinieri che superano il limite fino a gruppi ambientalisti. Questi ultimi sono solitamente legati alle teorie della permacultura o alle problematiche riguardanti i diritti della terra.
La prima volta che viene usato il termine guerrilla gardening è nel 1973, da parte di Liz Christy e il gruppo Green Guerrilla, nella area di Bowery Houston a New York. Questo gruppo trasformò un derelitto lotto privato in un giardino.