Stasera in tv appuntamento con “Dopo il caos”
Varsavia, città fenice
Al termine della Seconda guerra mondiale, dopo tre intense ondate di bombardamenti nazisti, quasi tutta la città di Varsavia è distrutta e abitata solo da 160.000 abitanti. Questa città fantasma avrebbe potuto essere abbandonata, ma gli abitanti di Varsavia decidono diversamente. La “città fenice” è al centro di questa puntata di “Dopo il caos”, la serie introdotta e contestualizzata dal professor Gregory Alegi, in onda venerdì 1° marzo alle 22.10 su Rai Storia. Si riversano in città a migliaia per ripulire le macerie, aprire attività commerciali e ridare vita alle rovine. Stalin, in cerca di appoggio e legittimazione, apre un Ufficio per la Ricostruzione della capitale. Riunisce 1.500 architetti polacchi che avrebbero lavorato per reinventare la città, rendendo omaggio alla sua storia, restaurando le sue chiese, i palazzi e la piazza del mercato centrale.
Con l’invasione tedesca del 1939, anche Varsavia venne occupata dai Nazisti dopo un assedio che portò alla distruzione del 10-15% dei suoi edifici. Nel periodo in cui fu in vigore il trattato Germania-Unione Sovietica, la città si trovò sul confine. Infatti fu decisa come linea di demarcazione tra Germania e Unione Sovietica la linea Narew-Bug-Vistola-San. I quartieri orientali della città furono occupati dalla Russia. Durante l’occupazione, i 500.000 Ebrei della città e dintorni furono rinchiusi nel Ghetto e in seguito massacrati nonostante una strenua resistenza finale durata oltre un mese, tra il 19 aprile e il 16 maggio 1943 (Rivolta del ghetto di Varsavia). Tra il 1º agosto e il 2 ottobre 1944, per anticipare l’intervento delle truppe sovietiche, la resistenza polacca insorse, resistendo per 63 giorni. L’insurrezione non fu scatenata per aiutare l’avanzata sovietica o comunque in modo coordinato con essa, al contrario fu iniziata per prevenire la liberazione di Varsavia da parte dell’Armata Rossa e liberare la città senza l’aiuto delle forze sovietiche. I nazionalisti polacchi non volevano assolutamente che Varsavia fosse liberata dall’Armata Rossa.