Stasera in tv appuntamento con Donne esploratrici
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Stasera in tv appuntamento con Donne esploratrici

Margaret Moth

Stasera in tv appuntamento con Donne esploratrici

Dopo gli studi in fotografia, appena ventenne, Margaret Moth diventa la prima camera-woman della Nuova Zelanda. È lei la protagonista del terzo appuntamento con Mirella Serri e con “Donne esploratrici”, in onda mercoledì 22 maggio alle 20 su Rai Storia. Capelli corvini, sguardo intenso e vivace, nell’ambiente televisivo la chiamano “la signora in nero”. Quando si trasferisce negli Stati Uniti, lavora per la Cnn. Nel 1984 documenta l’assassinio di Indira Gandhi. Negli anni Novanta segue la guerra del Golfo e la guerra nei Balcani. In uno scontro a fuoco a Sarajevo resta ferita al volto. Dopo molti interventi per ricostruire il suo viso, nel 1994, indomita, Margaret torna a Sarajevo per continuare a documentare la guerra.

Coraggiose, glamorous, osannate, sconosciute, avventurose. Sempre vigili e pronte a cogliere l’attimo più fuggevole, oppure estremamente riflessive, alla ricerca dell’inquadratura perfetta. Sono le donne fotografe, coloro che sono riuscite, attraverso l’obbiettivo, ad abbattere i pregiudizi di una pratica considerata “maschile”. Ma non solo: hanno lavorato in situazioni di pericolo, mettendo spesso a rischio la loro stessa vita. Si tratta di donne che hanno contribuito a cambiare i costumi, a far uscire le donne dalla loro posizione di “angeli del focolare”, per conquistare, finalmente anche se faticosamente, il loro posto nel mondo.

Chissà cosa dovette pensare la piccola Margaret Wilson quando prese per la prima volta una macchina fotografica in mano. Aveva solo otto a anni e le idee già chiare: voleva diventare una fotografa, la più brava. Sicuramente, non poteva prevedere che il suo appartenere al genere femminile sarebbe stato un ostacolo per intraprendere quella professione. Che avrebbe incontrato lungo la strada ostacoli, pregiudizi, pericoli che avrebbero messo a repentaglio la sua stessa esistenza. Probabilmente, si limitò a sognare un futuro radioso con la sua macchina fotografica in mano, innocentemente, come solo una bambina può fare.

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