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Il paese perduto
Ernesto Galli Della Loggia si forma negli ambienti della sinistra non comunista. Determinante è l’incontro, negli anni sessanta, da studente all’Università “La Sapienza”, con Gian Paolo Nitti, che lo indirizza verso la storiografia. Nitti lo presenta ad Ernesto Rossi, che apre Galli Della Loggia allo studio dei fattori economici. Nel 1966 si laurea in Scienze politiche.
Successivamente è a Torino, come ricercatore, presso la Fondazione Luigi Einaudi sotto la guida di Leo Valiani, dove approfondisce il rapporto tra banca e industria nello sviluppo economico italiano. Collaboratore di Quaderni storici all’inizio del 1970, pubblica saggi sull’imprenditoria italiana, sull’analisi marxista, sull’imperialismo e, per gli Annali Feltrinelli, sull’analisi del capitalismo nella Terza Internazionale.
Insegna dal 1972 al 1975 Storia economica italiana presso la facoltà di Scienze economiche e bancarie dell’Università di Siena, per poi diventare professore incaricato di Storia contemporanea presso la facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Perugia.
Come egli stesso ricorda in un’intervista pubblicata nel 2012, pur non essendo “mai stato comunista”, votò per il Partito Comunista Italiano “fino a metà degli anni Settanta”; poi però si convinse, “negli anni di piombo, che il terrorismo era il punto di arrivo dell’ideologia leninista“. In seguito avvia la collaborazione con la rivista Mondoperaio, fondata da Pietro Nenni, fucina del pensiero socialista riformista. Nel 1978 è membro della direzione del periodico.
Appuntamento imperdibile.