Stasera in tv appuntamento con “Diamoci alla macchia”
Giovanni Fattori e gli altri
Un viaggio indietro nel tempo, in Toscana, negli anni che precedono l’unità d’Italia quando nasce un movimento artistico sotto l’etichetta dispregiativa della “Macchia”. Lo propone il documentario prodotto da Rai Cultura “Diamoci alla macchia. Una pittura rivoluzionaria” di Valeria Schiavoni con la regia di Monica Onore, in onda venerdì 16 febbraio alle 19.25 su Rai 5. Protagoniste le opere di Giovanni Fattori e Silvestro Lega, insieme classici e reazionari, di Telemaco Signorini intenso e quotidiano, a cui si affiancano quelle di artisti meno noti: Adriano Cecioni, Odoardo Borrani, Raffaello Sernesi, Vincenzo Cabianca.
Grazie all’intervento dei maggiori studiosi dei Macchiaioli e di grandi critici d’arte italiani, vengono definiti i profili delle figure protagoniste di questo movimento e di coloro, senza pregiudizi li hanno amati e sostenuti: Elisabetta Matteucci, direttrice Istituto Matteucci; Federico Bano della Fondazione Bano – Palazzo Zabarella di Padova; Vanessa Gavioli, curatrice Galleria d’arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze; Giuliano Matteucci, Fondatore Istituto Matteucci di Viareggio; Eike Schmidt, Direttore Gallerie degli Uffizi di Firenze. E gli storici dell’arte storici dell’arte Silvio Balloni, Lorella Giudici, Fernando Mazzocca.
Un documentario che trasmette il gusto di un’epoca pervasa da un fermento rivoluzionario, nella cultura e nella politica, quella del Risorgimento Italiano, ricostruito dalla storica Zazzeri, quando il mondo dell’arte stava per essere messo in crisi da un’arte nuova a cui invece i Macchiaioli si avvicinano con curiosità: la fotografia, raccontata da Emanuela Sesti, della Fondazione Alinari di Firenze.
La teoria della macchia precede le enunciazioni degli impressionisti francesi e, per alcuni aspetti, vi si avvicina.
La teoria sostiene che l’immagine del vero è costituita da un contrasto di macchie di colore e di chiaroscuro, che si possono rilevare tramite una tecnica chiamata dello specchio nero, mediante cioè uno specchio annerito con il fumo che permette di esaltare i contrasti chiaroscuri.