Stasera in tv appuntamento con Cinema Italia
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“Sangue del mio sangue”

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Federico Mai, giovane uomo d’armi, viene spinto dalla madre a recarsi nella prigione convento di Bobbio, dove suor Benedetta è accusata di stregoneria per aver sedotto Fabrizio, fratello gemello di Federico, e averlo indotto a tradire la sua missione sacerdotale fino a spingerlo al suicidio nelle acque del fiume Trebbia. Tuttavia, anche Federico, pur deciso a riabilitare la memoria del gemello e a dargli degna sepoltura, viene incantato da Benedetta, che sarà condannata alla prigione perpetua e murata viva. Una storia drammatica che Marco Bellocchio racconta in “Sangue del mio sangue” in onda sabato 31 agosto alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Filippo Timi, Lidiya Liberman, Fausto Russo Alesi, Alba Rohrwacher. Il film è stato presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2015, dove vinse il Premio Fipresci.

Marco Bellocchio, fin dai tempi della scuola salesiana, ha mostrato interesse per il mondo del cinema. In seguito, la sua irriverenza verso modelli sociali conformisti lo ha fatto considerare un ribelle. A Bobbio, in provincia di Piacenza, dove è cresciuto, frequentò molto la sala cinematografica locale, appassionandosi alla regia. Nel 1959 frequentò il Centro sperimentale di cinematografia di Roma e, sotto la guida di Andrea Camilleri, nel 1962 divenne regista. In seguito proseguì a Londra i suoi studi sul cinema.

Tornato in Italia, a Bobbio, all’età di 26 anni, diresse il suo primo lungometraggio: I pugni in tasca (1965), selezionato al Festival del film Locarno e vincitore della Vela d’argento 1965. In questo lavoro mostrò il suo anticonformismo e lo stesso avvenne nei successivi lungometraggi: La Cina è vicina(1967, presentato al Festival di Venezia e vincitore del Gran premio della giuria) e Il popolo calabrese ha rialzato la testa (1969).

Questi film esprimono i valori di una rivolta vissuta, interpretata e proposta: quella del Sessantotto.

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