Stasera in tv appuntamento con Cinema Italia
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“Non essere cattivo”

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Ostia, 1995. Vittorio e Cesare, cresciuti insieme e amici da una vita, sono praticamente fratelli. Si muovono in periferia, un contesto degradato, ai margini, in un mondo in cui la droga e i soldi facili sembrano l’unica via di uscita. Tenteranno di costruirsi una vita normale, tra enormi difficoltà. È il film di Claudio Caligari “Non essere cattivo”, con Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D’Amico, Roberta Mattei, in onda sabato 25 maggio alle 21.10 per il ciclo “Cinema Italia”. Questi “ragazzi di vita” chiudono la trilogia del regista, iniziata con “Amore tossico” e proseguita con “L’odore della notte”.

Nato come documentarista, Caligari inizia a farsi conoscere negli ambienti del cinema indipendente e di ricerca sociale, intorno alla metà degli anni settanta. Sin dall’inizio, il suo lavoro prende spunto sia dalle problematiche delle realtà giovanili disagiate sia dall’impegno politico, negli anni del nascente movimento del Settantasette. Nel 1976 esordisce, come autore, con Perché droga: primo film documentario sulla tossicodipendenza in Italia, diretto da Daniele Segre e Franco Barbero e girato a Torino, nel quartiere di Mirafiori Sud, nell’inverno del 1975/76.

Nel 1977 realizza Alice e gli altri, documentario di impegno politico sul declinare del movimento del Settantasette.

«Due cose caratterizzavano quei documentari: i mezzi leggeri e il sommovimento ideale compreso fra, diciamo, il 1968 ed il 1978. Mi piaceva entrare a contatto con aspetti estremi della vita e riprenderne le dinamiche e la forma documentaristica era l’ideale per mantenerne viva la veridicità e la portata.»

«Quando Accattone arrivò in televisione, Pasolini era ancora vivo. Mi ricordo un suo articolo sul Corriere della Sera, dove fa il discorso sull’omologazione. Qualche mese prima avevo cercato di fare il suo aiuto per il film Salò. Ma lì il set era chiuso. Leonetti disse: farai il suo prossimo film. Che non c’è mai stato.»

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