Nel febbraio del 1939 lungo i Pirenei si incrociano i sentieri di chi fugge dalla Spagna franchista da una parte e dall’avanzata dei nazisti dall’altra. Anarchici e socialisti, ebrei e partigiani, in un esodo senza destinazione sicura. Tra loro Walter Benjamin, tra i massimi intellettuali europei del ‘900. È la storia raccontata da Fabrizio Ferraro in “Gli indesiderati d’Europa”, in onda domenica 8 settembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Nel cast, Euplemio Macrì, Catarina Wallenstein, Pau Riba, Bruno Duchêne, Marco Teti.
capo del governo, Santiago Casares Quiroga, incapace di trovare una soluzione alla crisi, si dimise due giorni dopo l’inizio del colpo di Stato a favore di Diego Martínez Barrio. Questi, messosi in contatto con il generale Emilio Mola, il principale artefice del golpe, fu informato dallo stesso che i cospiratori non intendevano neppure parlare di una soluzione pacifica, manifestando così la volontà di dare inizio a una spietata guerra civile se il golpe non avesse avuto pieno successo. Martínez Barrio si dimise quello stesso 20 luglio, ma il colpo di Stato non ebbe l’esito sperato; Madrid, Barcellona, Bilbao, Valencia e Malaga, nonché le aree più industrializzate e ricche della Spagna, i Paesi Baschi, la Catalogna e le Asturie, rimasero sotto controllo delle forze fedeli al governo, mentre le forze nazionaliste controllavano le zone rurali della Castiglia, le zone montuose della Navarra e gran parte dell’Andalusia con la sua capitale Siviglia, unica grande città nelle mani degli insorti grazie all’azione del generale Queipo de Llano. Il nuovo governo di Giral decise così di distribuire le armi al popolo, che in diverse località combatté efficacemente contro gli insorti, mentre sotto il profilo militare la sollevazione (alzamiento nel lessico militare spagnolo) delle forze nazionaliste presentava problematiche legate al mancato appoggio dell’esercito metropolitano, che continuò a rimanere fedele alla Repubblica.