Alla fine della Prima Guerra Mondiale la carta geografica del mondo si trasforma radicalmente. Sono crollati tre imperi: l’impero russo, quello austro-ungarico e l’impero ottomano. Dopo i trattati di pace postbellici siglati a Versailles, centinaia di migliaia di persone si ritrovarono sprovviste della protezione di un governo statale, raccolte in minoranze nazionali allogene rispetto agli Stati d’appartenenza o abbandonate a sé stesse. Sono i cosiddetti Apòlidi, raccontati da Paolo Mieli e dalla professoressa Daniela Caglioti a “
Passato e Presente” nella puntata riproposta giovedì 20 giugno alle 20.30 su Rai Storia in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. Nel 1922, l’Alto commissario per i profughi della Società delle Nazioni istituisce il passaporto Nansen, certificato di identità emesso dal paese ospitante per garantire l’accesso ai servizi minimi di assistenza. Con l’avvento al potere dei nazionalsocialisti in Germania, il problema dell’apolidia si rinnova e si aggrava. Nel 1935, con le leggi di Norimberga, le politiche antiebraiche spingono verso la denaturalizzazione degli ebrei tedeschi. Per loro non c’è solo la perdita della cittadinanza, ma anche la confisca dei beni e il tragico destino dei Lager.
Il numero crescente di conflitti, la crisi climatica, le complesse e pericolose interrelazioni tra questi ed i loro effetti secondari, inclusa l’insicurezza alimentare ed energetica, costringono un numero sempre crescente di persone ad abbandonare le proprie case o il proprio Paese alla ricerca di sicurezza e protezione. Sono oltre 114 milioni le persone in fuga da guerre, persecuzioni e violenza a livello globale, almeno 1 persona ogni 73.
Il quadro internazionale che costringe milioni di persone alla fuga è complesso e complesse sono le soluzioni necessarie per intervenire sulle cause di fondo che costringono le persone ad abbandonare le proprie case e alleviare la sofferenza di chi è in esilio, offrendo loro la possibilità di ricominciare.
Raiplay.