Nel “
Tg2 Dossier“, a cura di Francesco Vitale, in onda domenica 20 ottobre alle 18.50 su Rai 2 si parlerà dei giovanissimi, delle loro paure, dei loro disturbi psicologici che troppo spesso li portano ad atti di autolesionismo e nei casi più estremi perfino al suicidio. È un racconto – quello fatto da Laura Berti ed Andrea Martino – che emerge dalla voce degli stessi giovani e degli esperti che li hanno in cura. Un racconto che coinvolge anche e soprattutto le famiglie che gli esperti invitano a non sottovalutare i segnali d’aiuto che i figli mandano. Ma i ragazzi possono superare le loro difficoltà se seguiti e accompagnati in percorsi che consentono loro di rinascere. Come raccontano alcuni dei protagonisti.
Se guardiamo ai dati internazionali, per lo più molto più ricchi, analitici e aggiornati di quelli italiani, quel che emerge con estrema nitidezza è che il disagio, pur colpendo la gioventù nel suo insieme, raggiunge il massimo di intensità nelle fasce di età più basse (dai 10 ai 19 anni), e in special modo fra le ragazze.
Sulle ragioni del disagio, da alcuni anni è in corso un dibattito molto acceso, specie negli Stati Uniti e nel Regno Unito. È un dibattito molto acceso, perché tocca questioni spinosissime, e ha il potenziale di colpire interessi enormi.
Nell’occhio del ciclone ci sono due scienziati sociali, Jonathan Haidt e Zach Rausch, che hanno fatto una scoperta strabiliante: tutti i principali indicatori di disagio svoltano all’inizio del decennio 2010-2020 e, qui sta il lato strabiliante della scoperta, lo fanno – simultaneamente – in tutti i Paesi di lingua inglese e in tutti i Paesi del Nord-Europa.
Come è possibile che i segni del disagio, e i suicidi, decollino insieme, fra il 2010 e il 2012? La risposta degli studiosi è che il 2010 è l’anno di nascita dell’i-phone4.