Stasera in tv "Albrecht Dürer, mistero degli autoritratti"
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Stasera in tv “Albrecht Dürer, mistero degli autoritratti”

Il maestro dell’incisione

Stasera in tv "Albrecht Dürer, mistero degli autoritratti"

Eclettico e geniale come Picasso. Eccentrico come Salvador Dalì. Istrionico come Andy Wahrol. Intraprendente come Jeff Koons. Cinque secoli prima dei suoi successori, Albrecht Dürer ha interpretato i diversi ruoli dell’artista moderno, mettendosi al centro della scena per tutta la vita attraverso una serie eccezionale di autoritratti. Lo racconta il doc “Albrecht Dürer, il mistero degli autoritratti”, con la regia di Frédéric Ramade, in onda martedì 28 novembre alle 19.25 su Rai 5.

Tra gli artisti maggiori del XVI secolo, viene considerato il massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale. A Venezia l’artista entrò in contatto con ambienti neoplatonici. Si presume che tali ambienti abbiano sollevato il suo carattere verso l’aggregazione esoterica. Classico esempio è l’opera dal titolo Melencolia I, realizzata nel 1514, in cui sono presenti evidenti simbologie ermetiche. Dürer, pittore e incisore tedesco (Norimberga), conobbe e ammirò l’arte italiana. Nelle sue opere combinò la prospettiva e le proporzioni rinascimentali con il gusto tipicamente nordico per il realismo dei dettagli. I volti, i corpi e gli abiti dei suoi personaggi sono raffigurati con minuziosi particolari, gli ambienti sono descritti in maniera realistica e gli spazi sono chiari e ordinati grazie a una precisa griglia prospettica.

Il giovane Dürer frequentò per alcuni anni la scuola e, rivelandosi dotato di talento fin da ragazzo, entrò come praticante nella bottega del padre, come in seguito il fratello minore Endres che proseguì la tradizione artigianale familiare nel campo dell’oreficeria. In quel periodo Dürer dovette familiarizzare con le tecniche di incisione sui metalli, che più avanti mise a frutto nei suoi celebri lavori a bulino e acquaforte. Il padre dovette trasmettergli il culto per i grandi maestri fiamminghi, come Jan van Eyck, Rogier van der Weyden.

La prima testimonianza del suo talento è l’autoritratto del 1484, disegno a punta d’argento conservato al museo Albertina di Vienna.

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