Stasera in Tv: Al via la serie “La TV di Liliana Cavani. Un romanzo di formazione” – Su Rai Storia (canale 54) la sua “scoperta” della Tv
Liliana Cavani, prima di diventare una cineasta affermata in Italia e nel mondo, è stata una giovane e brillante documentarista nella Rai di Ettore Bernabei. Appena diplomata al Centro sperimentale di cinematografia, in soli cinque anni, dal 1961 al 1966, Cavani ha prodotto oltre dieci programmi memorabili, spaziando dal documentario di montaggio sulla grande storia del Novecento all’inchiesta sulle trasformazioni sociali, economiche e culturali del nostro Paese. Un percorso per immagini poco noto e dall’altissimo valore documentario e artistico che arriva fino al film Tv su Francesco d’Assisi, il primo della sua trilogia sul santo è il trait d’union tra la sua carriera documentarista e l’esordio delle sue regie cinematografiche. L’esperienza di Liliana Cavani in Rai è stata una sorta di “romanzo di formazione”, la scoperta per la giovane regista dei grandi eventi della storia, ma anche della realtà dell’Italia di quegli anni, un “viaggio nella conoscenza”, come lei stessa lo definisce, che ha segnato la sua vita artistica. Un “romanzo di formazione” che Rai Cultura, con la collaborazione di Rai Teche, ricostruisce nel ciclo di dieci puntate “La TV di Liliana Cavani. Un romanzo di formazione”, firmato da Massimo Bernardini, Alessandra Bisegna, Sara Chiaretti, Giovanni de Luna, con la collaborazione di Serena Valeri e la regia Massimo Latini, in onda in prima visione da mercoledì 30 settembre alle 22.00 su Rai Storia. Nel corso di una lunga intervista, Massimo Bernardini ripercorre con Liliana Cavani le tappe di questo viaggio, a partire dalla vittoria al concorso pubblico Rai del 1960 per la nascita del secondo canale, che le fa incontrare personalità come Angelo Guglielmi, Sergio Silva, Angelo Romanò, Pier Emilio Gennarini che scommettono su di lei, non ancora trentenne, come giovane “narratrice” visiva di un’Italia nuova e in cambiamento. Viene così riproposta agli spettatori la sua produzione televisiva, dai primissimi lavori del 1961, passando per la storia del Terzo Reich e dello stalinismo, per le inchieste sulla casa in Italia negli anni del boom economico, per la memoria della Resistenza e della Francia collaborazionista. Il ciclo si conclude con il “Francesco” del 1966, che doveva essere un documentario e sarà invece il suo primo film. I ricordi privati si intrecciano con le riflessioni sulla storia, e il racconto della Cavani finisce per essere insieme un’autobiografia e lo specchio di un’epoca, con le sue contraddizioni, i suoi sogni, le sue difficoltà e le sue speranze di cambiamento. Ne emerge uno spirito libero e tenace, quello di una giovane artista guidata dalla passione per il proprio lavoro, dalla curiosità e da un’innata esigenza di “verità”. In ogni puntata i documentari, di cui vengono proposti ampi estratti, sono contestualizzati dallo storico Giovanni De Luna, che utilizza le immagini come vera e propria fonte storica, fornendo una chiave di lettura per comprendere i fatti trattati e l’epoca storica in cui la celebrata cineasta li ha affrontati. Fulcro del primo appuntamento è la scoperta della TV, dal Centro Sperimentale alla Rai.