Nobildonna, patriota, scrittrice e viaggiatrice, Cristina Trivulzio di Belgiojoso ha vissuto da protagonista gli anni del Risorgimento italiano. È lei ad aprire “Donne esploratrici”, la serie di Rai Cultura con Mirella Serri, in onda da lunedì 20 maggio alle 20 su Rai Storia. Ha intessuto contatti con i grandi personaggi dell’epoca, tenuto salotti mondano-politici a Parigi, organizzato un battaglione a Napoli per partecipare alle Cinque Giornate di Milano, fatto erigere asili e scuole nel milanese, diretto gli ospedali romani durante gli scontri del 1948. Proprio dopo la caduta della Repubblica Romana, costretta all’esilio, la Belgiojoso lascia l’Italia e viaggia in Asia minore, dove crea un’azienda agricola e scrive i resoconti dei suoi viaggi.
Alla fine degli anni venti Cristina si avvicinò alle persone più coinvolte con i movimenti per la liberazione. Gli austriaci, che dominavano la Lombardia dal 1815, e specialmente il capo della polizia Torresani, iniziarono la loro opera di spionaggio che durò fino all’unità d’Italia. La fama, la posizione sociale e la scaltrezza salvarono più volte la Belgiojoso dall’arresto. Gli austriaci non volevano dare l’idea di infierire contro le élite sociali e culturali milanesi, e chiudevano quindi un occhio sulle sue frequentazioni. Non va inoltre dimenticato che il nonno materno di Cristina, il Marchese Maurizio dei Gherardini, fu Gran Ciambellano dell’Imperatore d’Austria e poi, fino alla sua morte, anche Ministro Plenipotenziario d’Austria presso il Regno Sabaudo. Un arresto della nipote avrebbe causato uno scandalo dagli sviluppi imprevedibili.
Molti anni dopo, Cristina illustrerà così la situazione che si era determinata nella prima parte del secolo: «[Delle libertà politiche e civili] gli italiani avevano sperimentato soltanto la speranza. Soltanto il diritto di parlarne era stato fin qui garantito, per cui quando i dominatori austriaci e borbonici proscrissero la parola e si rivelarono per quei tiranni che sono, e sempre saranno».