Stasera in TV: “A “Italiani” l’uomo solo al comando”. Rai Storia (canale 54) racconta Fausto Coppi
La storia di Fausto Coppi, tra imprese sportive e aneddoti meno conosciuti. La ripercorre il documentario che Rai Cultura dedica al Campionissimo stasera alle 23.05 su Rai Storia (canale 54), per il ciclo “Italiani”.
Coppi nasce a Castellania, in provincia di Alessandria, il 15 settembre 1919: giovane garzone, a quindici anni compra la sua prima bicicletta. E diventa campione giovanissimo: a soli vent’anni vince il suo primo Giro d’Italia, il 9 giugno 1940, il giorno prima dell’entrata in guerra dell’Italia.
Coppi viene arruolato e trasferito in Africa: fatto prigioniero dagli Inglesi, trascorre quasi due anni in campi di prigionia. Riesce a rientrare in Italia, a Napoli, solo alla fine del 1944. Appena finita la guerra, parte in bicicletta da Caserta, verso casa: percorre oltre 800 km fino a raggiungere la sua Castellania. Nel 1946, in un Paese distrutto, riparte il Giro d’Italia: comincia allora la mitica rivalità con Gino Bartali. Nel 1949 la consacrazione: Coppi è il primo ciclista ad aggiudicarsi Giro e Tour de France nello stesso anno ed è ormai per tutti il “Campionissimo”.
Collezionerà tante vittorie nelle classiche, nelle corse a tappe e il titolo di Campione del mondo su strada a Lugano. Importanti i primi anni ’50 anche nella sua vita privata: a 28 anni muore l’amato fratello Serse, anche lui ciclista, durante una gara. Si separa dalla moglie, con cui aveva avuto una figlia, e inizia una relazione con Giulia Occhini, la “dama bianca”. Il fatto suscita grande scandalo e problemi giudiziari. Dalla loro unione, nel 1955, nasce il figlio Faustino. A fine 1959 Coppi viene invitato a partecipare a una gara in Africa. Qui contrae la malaria. Torna in Italia, ma la malattia, non diagnosticata, lo porta rapidamente alla morte il 2 gennaio 1960, a soli 40 anni.