Stasera in tv “5000 anni e più. La storia dell’umanità”
Costantinopoli, l’assedio
La presa di Costantinopoli nel 1453 cristallizzò il definitivo declino che stava vivendo l’Impero bizantino, i cui ultimi possedimenti comprendevano il Despotato di Morea, l’Impero di Trebisonda e il Principato di Teodoro, sopravvissuti rispettivamente fino al 1460, 1461 e 1475. Il declino dell’impero era iniziato diversi secoli prima ed ebbe molte cause, la principale delle quali fu il saccheggio della capitale avvenuto durante la Quarta crociata del 1204, che inaugurò la morsa di Venezia e Genova sulle isole e sulle fonti di prosperità bizantine, coinvolgendo l’impero in guerre costose e spesso disastrose.[55] Da quel momento in poi, l’Impero ottomano poté progressivamente conquistare il territorio romeo, scarsamente difeso da un esercito ormai allo sbando per mancanza di risorse finanziarie e umane, senza difficoltà. Appare dunque ovvio che l’Occidente giocò senz’altro un ruolo significativo nella caduta di Costantinopoli, soprattutto perché aveva speso nei secoli precedenti numerose risorse che resero più fragile Bisanzio, anziché arginare l’avanzata turca.[55] Il disinteresse dell’Occidente cristiano per l’Impero bizantino nel 1453 fu però soltanto uno dei fattori da tenere presente; Steven Runciman e Georgij Ostrogorskij ritengono che l’ingerenza di alcuni sovrani occidentali, come ad esempio Alfonso V di Aragona, non mirava a salvare Costantinopoli, ma a ricostituire un Impero latino d’Oriente. Va segnalato il disinteresse della Santa Sede e di Venezia, poiché erano convinte, come altre potenze europee, che i bizantini avrebbero resistito.