Stasera in tv “1939 – 1945 la Seconda guerra mondiale”
La guerra finisce ad Hiroshima e Nagasaki
Dopo la resa della Germania, in armi resta il Giappone che non ha nessuna intenzione di capitolare. Lo racconta il ventesimo appuntamento con la serie presentata da Paolo Mieli e narrata da Carlo Lucarelli, “1939 – 1945 la Seconda guerra mondiale”, in onda mercoledì 8 novembre alle 22.10 su Rai Storia.
Per piegare la resistenza nipponica, il nuovo presidente degli Stati Uniti Harry Truman, succeduto a Roosevelt, morto il 12 aprile 1945, decide allora di utilizzare la bomba atomica sperimentata nel deserto del Nevada. Il 6 agosto 1945 gli americani sganciano la bomba su Hiroshima. La città fu rasa al suolo, morirono più di 90.000 persone. Il 9 agosto una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki. Ancora un’ecatombe. Il 2 settembre 1945 il Giappone firma la resa incondizionata. È la fine della Seconda guerra mondiale.
L’attacco di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941 segnò l’inizio della fulminea espansione nipponica nel Pacifico e nelle isole del Sud-est asiatico, con l’appoggio della Thailandia e di vari movimenti indigeni nazionalisti, culminata nella nascita di una “Sfera di co-prosperità della Grande Asia orientale”. Il Giappone subì ciononostante importanti sconfitte nel Mar dei Coralli (maggio 1942), a Midway (giugno) e, soprattutto, nella sfibrante campagna di Guadalcanal (agosto 1942 – febbraio 1943). Con l’evacuazione di Guadalcanal l’iniziativa passò saldamente in mano agli Stati Uniti e agli Alleati, che avviarono una serie di grandiose campagne aeronavali per liberare o neutralizzare la Nuova Guinea, le Filippine e le migliaia di isole della Micronesia. Incapaci di far fronte alla massiccia produzione industriale avversaria e di capitalizzare l’entusiasmo dei movimenti indipendentisti-nazionalisti delle colonie, i giapponesi opposero una resistenza ostinata e fanatica ben esemplificata dai kamikaze, ma in ultimo inutile.
L’imperatore Hirohito e la dirigenza politico-militare optarono per la resa. Fu ufficializzata nel corso di una cerimonia a bordo della nave da battaglia Missouri e segnò la fine della seconda guerra mondiale.