Stasera in tv "'14-'18. Grande Guerra cento anni dopo" Oggi in TV: Passato e Presente. La guerra bianca
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Stasera in tv “’14-’18. Grande Guerra cento anni dopo”

Cosa è stata Caporetto

Stasera in tv "'14-'18. Grande Guerra cento anni dopo" Oggi in TV: Passato e Presente. La guerra bianca

L’episodio più triste per gli italiani nella Grande Guerra: la disfatta di Caporetto, una tragedia che porta l’esercito a un passo dalla sconfitta e che conta 40 mila tra morti e feriti, 300 mila prigionieri e oltre 400 mila civili in fuga dal Friuli e dal Veneto per sfuggire all’occupazione del nemico. A raccontarla è “’14-’18. La Grande Guerra 100 anni dopo”, la serie prodotta da Rai Storia e presentata da Paolo Mieli con la narrazione di Carlo Lucarelli e la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi, in onda venerdì 20 settembre alle 22.00 su Rai Storia. Caporetto segna anche un punto di svolta: cambiano la percezione della guerra, la natura del conflitto e l’opinione di intellettuali e gente comune. Cade il governo e finisce l’era Cadorna. L’Italia è arrivata a un soffio dalla capitolazione, ma trova la forza di ricostruire il proprio esercito e riprendere l’offensiva proprio sulla linea del Piave, sotto il comando del generale Armando Diaz.

Approfittando della crisi politica interna alla Russia zarista, dovuta alla rivoluzione russa, Austria-Ungheria e Germania poterono trasferire consistenti truppe dal fronte orientale a quello occidentale e italiano. Forti di questi rinforzi, gli austro-ungarici, con l’apporto di reparti d’élite tedeschi, sfondarono le linee tenute dalle truppe italiane che, impreparate a una guerra difensiva e duramente provate dalle precedenti undici battaglie dell’Isonzo, non ressero all’urto e dovettero ritirarsi fino al fiume Piave, a 150 chilometri di distanza.

La sconfitta portò a immediate conseguenze politiche (le dimissioni del Governo Boselli e la nomina di Vittorio Emanuele Orlando) e militari, con l’avvicendamento del generale Luigi Cadorna con il generale Armando Diaz. Le unità italiane si riorganizzarono abbastanza velocemente e fermarono le truppe austro-ungariche e tedesche nella successiva prima battaglia del Piave, riuscendo a tenere a oltranza la nuova linea difensiva su cui aveva fatto ripiegare Cadorna.

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