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Stasera in tv ’14-’18. Grande Guerra cento anni dopo

Trincee d’inchiostro

 

 

Solo per l’Italia, secondo dati ufficiali, tra il 1915 e il 1918 furono scritte e inviate quasi 4 miliardi di lettere. Più di 2 miliardi partirono dalla prima linea: vere e proprie “trincee d’inchiostro”, rilette da “’14-’18: la grande guerra cento anni dopo”, in onda venerdì 23 agosto alle 22.40 su Rai Storia. I destinatari di quelle lettere erano al fronte interno, un fronte distante dalla guerra, lontano dagli assalti e dai bombardamenti, ma coinvolto pienamente nello sforzo bellico.  A quel mondo lontano si rivolgevano con il pensiero e la penna migliaia di combattenti. Per quel mondo forse perduto molti impararono a scrivere, perché scrivere significava ricongiungersi anche solo per un attimo al rassicurante ambiente familiare, significava fuggire dall’orrore della guerra. Perché scrivere significava esserci ed esistere quando l’esistenza stessa era quotidianamente messa in pericolo.
I nomi sono di solito ignoti a tutti, se non a familiari e a vicini, nonché, nelle moderne organizzazioni statali, agli uffici che registrano nascite, matrimoni e decessi. Qualche volta quei nomi sono conosciuti dalla polizia, o da giornalisti in cerca di “storie vere”. In altri casi, invece, sono ignoti e inconoscibili […]. La loro vita è interessante quanto la vostra e la mia, anche se nessuno l’ha messa per iscritto. Ma il punto che più mi sta a cuore è che collettivamente, se non come singoli, quegli uomini e quelle donne sono stati protagonisti della nostra storia. Quello che hanno pensato e fatto è tutt’altro che trascurabile: era in grado di influire, e ha influito, sulla cultura e sugli avvenimenti, e questo non è mai stato così vero come nel XX secolo.
Il battesimo del fuoco significherà per molti soldati anche il battesimo della penna, perché la Prima guerra mondiale ha rappresentato un eccezionale laboratorio di pratica di scrittura per milioni di soldati scarsamente alfabetizzati.
Appuntamento assolutamente da non perdere.

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