Stasera in tv "'14-'18. Grande guerra cento anni dopo"
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Stasera in tv “’14-’18. Grande guerra cento anni dopo”

Scrittori in guerra. Protagonisti, testimoni, caduti

Stasera in tv "'14-'18. Grande guerra cento anni dopo"
È stato il tempo il fattore che ha determinato quel profondo cambiamento nelle menti e nei cuori degli uomini che erano partiti per la guerra convinti di restarci poche settimane e che si sono, invece, trovati per cinque lunghi anni nell’orrore della trincea e della morte. La memoria della Grande Guerra viene oggi restituita, con estrema vividezza e precisione, attraverso le molte opere letterarie, i memoriali e i diari che sono rimasti, in assenza di testimoni ancora in vita, gli unici strumenti in grado di raccontarci il momento che cambiò la storia e le sorti del mondo che oggi conosciamo. Pagine al centro di “La Grande Guerra 100 anni dopo”, in onda venerdì 1° novembre alle 23.10 su Rai Storia. Un racconto del primo conflitto attraverso le parole di grandi scrittori e poeti come Carlo Emilio Gadda, Emilio Lussu, Carlo Salsa e Giuseppe Ungaretti.
L’Italia fu formalmente alleata di quello che sarebbe diventato il suo nemico, l’Impero Austroungarico, fino al 4 maggio del 1915, cioè appena tre settimane prima della dichiarazione di guerra. Si trattava di un’alleanza piuttosto innaturale, considerato che per tutto il Risorgimento l’Austria era stata il nemico storico del Regno di Sardegna (che poi sarebbe diventato l’Italia unita). Non solo: nel 1915 l’Austria controllava ancora Trento e Trieste, due città che gran parte delle forze politiche del nostro paese consideravano italiane e desideravano annettere, con le buone o con le cattive. Le cose però cambiarono verso la fine dell’Ottocento, quando un cambiamento di alleanze in tutta Europa portò a un ribaltamento dei fronti. Dopo l’Unità, i governi italiani decisero di impegnarsi in una serie di avventure coloniali in Africa, dove il rivale principale dell’Italia divenne la Francia, che aveva moltissimi interessi nel continente africano. Per fronteggiarla, il governo decise di fare causa comune con i vecchi nemici.

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