Stasera in tv "'14-'18. Grande Guerra cento anni dopo"
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Stasera in tv “’14-’18. Grande Guerra cento anni dopo”

Come finisce sul fronte occidentale

Stasera in tv "'14-'18. Grande Guerra cento anni dopo"
Nel marzo 1918 le truppe italiane sono pronte per trasferirsi in Francia. Quello che Cadorna non aveva voluto considerare, ovvero l’esistenza di un fronte di guerra diverso da quello italiano, sotto il comando di Diaz diventa una possibilità militare e un’opportunità politica: ricambiare il favore fatto all’Italia dagli alleati, con l’invio di artiglieria sul Piave, e consolidare l’alleanza militare in vista delle trattative di pace. Fatti al centro dell’appuntamento con “’14 – ’18. Grande Guerra 100 anni dopo”, in onda venerdì 18 ottobre alle 22.10 su Rai Storia. Sul fronte francese arrivano 25.000 soldati italiani che si faranno onore nella seconda battaglia della Marna, lasciando sul campo 5.000 caduti e 4.000 feriti, ma risultando decisivi per la vittoria finale sui tedeschi.

La richiesta da parte francese di personale militare supplementare era stata inoltrata all’Italia già nel 1915, appena questa era entrata in guerra contro la Germania, dichiarandosi nel 1916 disposta a fornire in cambio equipaggiamenti militari. Tuttavia nei primi due anni di guerra le truppe italiane erano impegnate in massa sul fronte dell’Isonzo.

Solo nel 1917 venne avanzata una richiesta ufficiale al Governo italiano ed al Capo di stato maggiore del Regio Esercito. Dopo la battaglia di Caporetto, nel dicembre 1917 fu però la Francia a inviare in Italia sei divisioni Oer permettere al Regio Esercito di riorganizzarsi sulla linea del Piave e queste truppe dovevano essere in qualche modo rimpiazzate.

Tra agosto e dicembre 1917 gli italiani inviarono 1.000 genieri, un paio di migliaia di lavoratori militarizzati ed altre piccole unità specializzate non combattenti.

Il 13 gennaio 1918 venne infine raggiunto un accordo verbale, ratificato il 19 gennaio a Roma, per l’invio in Francia di un contingente di 60.000 soldati italiani da impiegare come truppe ausiliarie nella realizzazione e manutenzione di apprestamenti difensivi. L’accordo prevedeva che queste Truppe ausiliare italiane fossero per due terzi prelevate tra militari non idonei alle strenue fatiche di guerra.

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