Stasera in tv ’14-’18. Grande Guerra cento anni dopo
24 maggio 1915. L’Italia va alla guerra
Il 24 maggio 1915 l’Italia, varcato il Piave e non il Ticino, entrava in guerra contro la Germania e l’Austria di Francesco Giuseppe, l’imperatore asburgico di cui Alessandro Manzoni, dal 1848 alla morte era stato suddito. Una guerra che la storia ci spiega, auspicata e partecipata da tanti intellettuali, sofferta dai «vili e meccanici», che non si vorrebbe più accettare.
Anche un certo Manzoni, forse nel ricordo della sua aspirazione all’indipendenza dell’Italia, si trovò tra i chiamati al fronte. Nel 1916 viene stampata a Milano, dai Librai Bietti e Reggiani, Editori in via Durini n. 14, una «edizione patriottica» del suo grande romanzo, «accuratamente corretta ed illustrata»: vi sono riprodotte molte vignette del Gonin, con alcune tavole fuori testo. La Croce Rossa Italiana, Sotto Comitato di Busto Arsizio, ne distribuiva centinaia di copie ai combattenti con un auspicio:
«Ai nostri valorosi soldati / il / Prof. ANGELO CERIANI / Dona / Bene auspicando pei destini / di una più grande Italia».
Da un combattente, Carlo Emilio Gadda, quel dono sarebbe stato molto gradito. Nel suo Giornale di guerra e di prigionia, parlando di un commilitone «tolstoiano», scriveva il 7 settembre 1915:
Quanto è lontano, questo millantato spirito libero che ha voluto la guerra per schiacciare in aeternum il militarismo tedesco.