“Gli italiani hanno fatto l’Italia unita ma ora bisogna farla grande”: in quest’espressione è racchiusa tutta la volontà di d’Annunzio di influenzare la vita del suo tempo con la sua stessa vita. E l’Italia di inizio Novecento, delusa dai sogni risorgimentali, vide in lui una figura in grado di indicargli una nuova strada, quella della modernità. Con la forza narrativa e la conduzione dello storico Giordano Bruno Guerri, giornalista e presidente del Vittoriale degli Italiani, il racconto si svolge in un continuo rimando tra vita, imprese e opere del poeta a confronto con l’attualità. Rai Documentari dedica al Vate il doc “
D’Annunzio, l’uomo che inventò sé stesso”, riproposto mercoledì 3 luglio alle 22.00 su Rai Storia. Prodotto da Ince Media e Filippo Cellini, in collaborazione con Rai Documentari e Luce Cinecittà, per la regia di Francesca Pirani e Stefano Viali, il documentario propone una rilettura in chiave contemporanea e pop del poeta vate, illuminando la sottile filigrana del tempo che lega la società a uno dei personaggi più discussi del secolo scorso.
Sono i ragazzi di oggi nel documentario a paragonare d’Annunzio a Sandro Pertini per l’idea del Paese unito, a Silvio Berlusconi e persino a Greta Thunberg, per la sua capacità di saper smuovere le masse. Attraverso linguaggi differenti, d’Annunzio è raccontato come prototipo del divo e progenitore della cultura di massa basata sull’esaltazione del sé: il primo influencer della storia.
Da Pescara al Collegio Cicognini di Prato, dove fu mandato dal padre che aveva intuito le sue grandi doti, dalla prima raccolta di poesie “Primo Vere” ai primi anni romani e al successo fra la provinciale borghesia italiana di fine Ottocento, dall’amore per il lusso agli amori mutevoli e disinvolti tra cui Isadora Duncan, Luisa Casati, la moglie Maria Hardouin di Gallese e l’amante Luisa Baccara.
Appuntamento imperdibile.