Stasera appuntamento con Documentari d'autore
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Stasera appuntamento con Documentari d’autore

Il caso Braibanti

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Il caso giudiziario riguardante Aldo Braibanti, ex partigiano, poeta e drammaturgo che verso la fine degli anni ’60 fu accusato dalla famiglia del suo compagno, il ventunenne Giovanni Sanfratello, di averlo plagiato non avendo questa mai accettato l’omosessualità del figlio. Il processo si aprì nell’estate del 1968, e in difesa di Braibanti si schierarono diversi personaggi di spicco, tra i quali Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Alberto Moravia, Umberto Eco e Marco Pannella. Una storia ricostruita da “Il caso Braibanti” di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese, in onda sabato 30 novembre alle 23.00 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”. Nel documentario intervengono Ferruccio Braibanti, Dacia Maraini, Piergiorgio Bellocchio, Aldo Braibanti, Fabio Bussotti.
Quest’avventura con Massimiliano Palmese è stata un’esperienza importante, che ci ha profondamente coinvolto e impegnato per due anni. E’ stato bellissimo il rapporto che si è creato con Ferruccio Braibanti e la sua famiglia, e ora speriamo che il documentario possa essere visto da molti e fare luce su una delle più gravi ingiustizie che l’Italia abbia conosciuto: la condanna di Aldo Braibanti per plagio nel 68.
Ci sono storie così esemplari e crudeli da sembrare destinate a esiti opposti: essere dimenticate o imporsi alla memoria, magari in forma narrativa. Quella di Aldo Braibanti è una di queste storie. Fino a oggi è stata sostanzialmente rimossa: troppo dolorosa e imbarazzante, oltre che per chi lo perseguitò, per chi non fece nulla o quasi, partiti di sinistra in testa. Adesso però ‘Il caso Braibanti’, appassionante documentario di Carmen Giardina e Massimiliano, riapre i giochi con testimonianze e materiali inediti che danno nuovo smalto a questo personaggio eretico, inclassificabile, nato nello stesso anno di Pasolini (a cui curiosamente assomigliava) e come lui destinato a tirarsi addosso il peggio di un’Italia retriva, feroce, così fascista da non sapere nemmeno di esserlo.

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